Serie tv 2022, da Stranger Things a Boris: successi e flop dell'anno

Dal sadismo coreano alle citazioni anni 80 di Netflix, fino alla guerra milionaria sul fantasy e i (sorprendenti) prodotti italiani: il meglio e il peggio della stagione

Milano - Un anno ricco di novità e appuntamenti molto attesi quello che sta per concludersi per quanto riguarda le serie tv. Il 2022 è stato segnato da alcuni casi clamorosi, come l'esplosione del fenomeno Squid Games - pubblicato alla fine del 2021 ma che è diventato virale quest'anno - e l'arrivo dell'attesissima quarta stagione di Stranger Things, serie di punta di Netflix, sulla quale la piattaforma ha puntato molto per il rilancio degli abbonamenti e per contrastare l'avanzata delle piattaforme rivali, a cominciare da Disney+. Ecco quindi una selezione delle serie più chiacchierate dell'anno.

Squid Games (Netflix) - Il sadico show coreano è stato il vero fenomeno globale delle serie tv. Lo show ha infatti conquistato ben 111 milioni di utenti in tutto il mondo nei primi 28 giorni, arrivando a totalizzare ben 1,6 miliardi di ore di visualizzazioni, e frantumando tutti i precedenti record. Una vera manna per il colosso dello streaming, visto che la produzione dei 9 episodi è costata solo 21,4 milioni di dollari a fronte di un guadagno stimato di quasi un miliardo. 

Stranger Things 4 (Netflix) - Titolo attesissimo per quest'anno, le avventure di Undici e dei suoi amici nel Sottosopra non hanno deluso le aspettative. Stranger Things è stata in pratica la prima serie di grande successo per la piattaforma di streaming: lanciata nel lontano 2016, ha dato un contributo fondamentale alla conquista del mercato mondiale da parte del canale americano. Tanto che il lancio di questo nuovo capitolo della saga è stato accompagnato da una serie di eventi pubblici in molte città del mondo. A Milano, per esempio, l'intera piazza Duomo è stata trasformata in un grande cinema all'aperto per la visione della prima puntata. Visto il grande successo Netflix ha già annunciato che uscirà anche la quinta stagione, che vedrà la luce nel 2024, ma che sarà anche l'ultima.  

Dahmer (Netflix) - Altro titolo di grande successo di Netflix. Dieci puntate in cui viene ripercorsa la terribile vicenda di Jeffrey Dahmer, ribattezzato il Cannibale di Milwaukee, uno dei più noti serial killer americani, ritenuto responsabile della morte di 17 persone, uccise con metodi terribili. La serie racconta la storia di Dahmer partendo dall'infanzia e dal suo disagio psichico conseguente alla separazione dei genitori. La serie, con protagonista Evan Thomas Peters ("X Men, giorni di un futuro passato"; "Kick-Ass") e Molly Ringwald (mitica protagonista di tanti college movie degli anni 80 come "Breakfast Club" e la "Bella in Rosa") non ha mancato di suscitare polemiche: alcuni familiari delle vittime hanno accusato Netflix di aver spettacolarizzato la vicenda constringendoli a rivivere la tragedia una seconda volta. 

Mercoledì (Netflix) - Ultima arrivata in casa Netflix, la serie è uno spin off della serie La Famiglia Addams, andata in onda tra il 1966 e 1968 negli Stati Uniti e ampiamente riproposta dalle tv di tutto il mondo. Gli 8 episodi di questa prima stagione raccontano la storia di Mercoledì, una dei due figli di Gomez e Morticia, ormai ragazza e con sviluppati poteri psichici, alle prese con la nuova scuola, la Nevermore Academy (Accademia Mai più, in italiano), e una serie di misteriosi omicidi che coinvolgono molto da vicino la sua famiglia. Trascinata dal carisma della protagonista, Jenna Ortega, e dal balletto di Mercoledì sulle note di "Bloody Mary" di Lady Gaga diventato virale sui social, la serie ha avuto un grande successo, soprattutto tra i giovanissimi, tanto che è già stata annunciata la seconda stagione.

House of the Dragon (Sky) - Nonostante la non entusiastica accoglienza da parte della critica, la serie fantasy di HBO, in onda su Sky, ha comunque ripagato le aspettative dei suoi creatori, tanto da meritarsi una seconda stagione. L'idea di fondo era di "dare cittadinanza" ai milioni di fan di Games of Thrones rimasti senza Arya Stark e soci dal 2019. Per farlo l'emittente televisiva americana (di proprietà della Warner Bros) ha trasformato in serie tv il romanzo del 2018 "Fuoco e sangue" di George R. R. Martin, prequel delle vicende narrate in Games of Thrones che descrive l'ascesa e la caduta della Casa dei Targaryen. 

Gli Anelli del Potere (Prime Video) - Per rispondere alla mega produzione di HBO-Sky "House of the Dragon", la piattaforma di Amazon ha fatto le cose in grande, trasformando in serie tv addirittura le appendici de "Il Signore degli Anelli"  di J.R.R. Tolkienò. Per farlo Jeff Bezos - grande fan della saga tolkeniana - non ha badato a spese: ha messo sul piatto 250 milioni di dollari solo per acquisire i diritti, ai quali ha poi aggiunto circa 150 milioni per realizzare ogni stagione. Considerando che ne sono in programma 5, i conti sono presto fatti: 1 miliardo di dollari. Un investimento record che però non è stato sufficiente per accontare i puristi di Tolkien. La serie di Prime infatti si basa solo su un centinaio di pagine lasciate dallo scrittore inglese "a corredo" delle vicende principali, quindi negli episodi in streaming - che narrano in sostanza l'ascesa di Sauron - c'è parecchia farina del sacco degli sceneggiatori americani. Se non è lesa maestà questa... 

The Sandman (Netflix) - Se c'è un settore in cui Netflix fa fatica è quello dei supereoi. Il sodalizio Marvel-Disney ha tagliato fuori la piattaforma di Los Gatos dai personaggi di Stan Lee. Si è quindi dovuta "accontentare" di quelli DC Comics, come Supergirl, Flash, Arrow, Black Lightning, nessuno dei quali però ha convinto. Ci ha riprovato quest'anno con Sandman, tratto dai fumetti ideati da Neil Gaiman e pubblicati tra il 1988 e il 1996. Nei 10 episodi vengono raccontate le avventure di Morfeo, dio dei sogni, liberatosi dopo decenni di prigionia. L'originale approccio "british" messo in campo da Netflix (il cast è praticemente tutto inglese) ha convinto pubblico e critica, anche se avvicinare Avengers e compagnia è un'altra storia. 

Henry & Megan (Netflix) - Dopo l'uscita dalla famiglia reale, la coppia più chiacchierata d'Inghilterra, è sbarcata anche nel (milionario) mondo della serialità televisiva. I 6 episodi della docuserie messi in onda a inizio dicembre raccontano la storia d'amore tra il secondo genito di Carlo e Diana e l'attrice americana Meghan Markle. Attraverso video, fotografie inedite, immagini di repertorio, il raconto di giornalisti e amici, si ripercorre la loro storia, dal primo incontro nel 2016 - un appuntamento al buio organizzato da un'amica comune - fino all'esilio americano e la "Royalexit", passando attraverso le nozze nel maggio del 2018. La trama, di fatto, è tutta nelle parole dell'ex principe Henry per presentare lo show: "Meghan ha rinunciato alla sua libertà per me. Io ho rinunciato ai doveri reali per lei". E da Buckingham Palace è tutto. 

The Bear (Disney+) - Una delle serie più celebrate dalla critica nel 2022, che ha avuto anche ottimi riscontri di audience. 8 episodi, tutti molto brevi (massimo mezz'ora), che raccontano le peripezie di un piccolo ristorante di una quartiere malfamato di Chicago specializzato nell'italian beef sandwich (tipico panino di Chicago farcito con fettine di manzo grigliate). Il protagonista è Carmen "Carmy" Berzatto, giovane chef di origini italiane - con un passato stellato - alle prese con il lutto per la morte del fratello, le ansie per far quadrare i conti e la volontà di rinnovamento del locale. Visto il successo Disney ha già annunciato le seconda stagione, in uscita a metà del 2023.

The Beatles: Get Back (Disney+) - È stato uno degli eventi televisivi dell'anno, a dire il vero più per i cultori del quartetto di Liverpool che per il pubblico generalista. L'ha realizzata il regista premio Oscar Peter Jackson ("Il Signore degli Anelli", "King Kong" e molto altro) montando e rielaborando la monumentale mole di materiale relativo alle prove per la realizzazione di un nuovo disco (che sarà poi "Let It Be") dei Beatles e un contestuale show televisivo mai andato in onda nel 1969. La docuserie ripercorre 21 epici giorni in studio di registrazione culminati nel celeberrimo "rooftop concert", quando i Fab Four si esibirino (per l'ultima volta in assoluto) sul tetto del palazzo della loro Apple Records, con tanto di traffico bloccato nella sottostante Saville Road e poliziotti che interrompono l'esibizione. Al di là delle tante, tantissime, chicche relative ai quattro (dalla presenza assillante di Yoko Ono, anche mentre fa la maglia, durante ogni sessione, alla flatulenza di Ringo Star, fino alle scarpe di George Harrison), la serie di Peter Jackson mostra, come mai successo prima, il processo creativo di quattro artisti che hanno segnato la storia della musica. E vedere la genesi, quasi dal nulla, di un gioiello come "Something" vale da sola tutta la visione.

Una squadra (Raiplay) - Piccolo (grande) evento televisivo dell'anno per l'Italia. Una docuserie in 6 episodi girata da Domenico Procacci che racconta gioie e dolori della squadra azzurra di tennis che nel 1976 vinse la Coppa Davis nella finale delle polemiche a Santiago del Cile. I protagonisti sono i fantastici quattro che portarono in Italia (molto mestamente a dire il vero) l'insalatiera d'argento: Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti, Tonino Zugarelli, guidati dal capitano Nicola Pietrangeli. Tra spassoni aneddoti sportvi e non (come il volo in concord dal Brasile a Parigi per un incontro di "doppio misto") e frecciate tra compagni di squadra, quella che vince è la nostalgia: per un tennis "leggero" fatto di bei gesti più che di cannonate, per i personaggi naive che portarono l'Italia a un trionfo inseguito per anni e, in definitiva, per uno sport che da elitario divenne, grazie ai nostri Fab Four, davvero popolare. 

The Bad Guy (Prime Video) - Tra le serie italiane più di successo c'è una delle ultime nate in casa Prime. La serie racconta il tentativo di vendetta di Nino Scotellaro (Luigi Lo Cascio, in gran forma), un po' Matia Pascal un po' Edmond Dantes un po' Richard Kimble, magistrato condannato ingiustamente per mafia, che approfitta della sua (apparente) morte per trovare finalmente il boss latitante Mariano Suro, colpevole di oltre 200 omicidi. Tensione, ottimi interpreti (la moglie di Scotellaro è una scintillante Claudia Pandolfi), trama a orologeria (la vendetta funziona sempre) sono gli ingrendienti che hanno fatto di Bad Guy un caso. Il finale più che mai aperto e la grande accoglienza (di critica e pubblico) hanno dato il via libera alla seconda stagione che dovrebbe vedere la luce a fine 2023.

Bang Bang Baby (Prime Video) - Altra serie italiana molto chiacchierata. Ambientata a Milano negli 80 (anche se in buona parte è stata girata a Roma durante la pandemia) racconta della 16enne Alice e la sua rivoluzione personale quando scopre che il padre non è morto, ma è in carcere in quanto 'ndranghetista. Per la ragazza inizia una nuova vita, regolata, e stravolta, da regole criminali fino a quel momento impensabili. Bang Bang Baby è stata la prima ambiziosa produzione di Prime Video Italia e, visti gli ottimi riscontri, la seconda stagione è già in cantiere. 

Boris 4 (Disney+) - Gli adepti di Renè Ferretti e de "Gli Occhi del Cuore" hanno dovuto aspettare 12 lunghissimi anni per ritrovare i protagonisti della storica serie che debuttò nel lontano 2007 (un'altra era geologica per la tv). In queste nuove 8 puntate la troupe guidata (indirettamente) da un pesce rosso è alle prese con la rivoluzione dello streaming e la grande idea di Stanis e Corinna di realizzare una serie sulla Vita di Gesù, contando sull'appoggio dell'ex stagista Alessandro, che nel frattempo ha fatto carriera diventando dirigente di una piattaforma digitale. "Tutto cambia perché nulla cambi" scrive Tomasi da Lampedusa nel Gattopardo. E un po' è quello succede sul set diretto da René Ferretti dove, nonostante gli stravolgimenti tecnologici e la dittatura del marketing, tutto - per citare un tormentone della serie - si fa ancora a c... di cane.