I Coma_Cose: "Abbiamo salvato noi stessi e siamo qua"

Il nuovo album del duo indie, coppia nella vita e nella musica, è stato presentato ieri mattina alla Casa degli Artisti

Francesca Mesiano e Fausto Zanardelli, i Coma_Cose

Francesca Mesiano e Fausto Zanardelli, i Coma_Cose

Milano - Una fotografia a fuoco del loro ultimo, formidabile, anno. Presentato ieri mattina alla Casa degli Artisti, il nuovo album dei Coma_Cose “Un meraviglioso modo di salvarsi” restituisce a California e Fausto Lama il senso della loro musica dopo l’exploit di Sanremo, il tour all’insegna del sold-out che ne è seguito e un anno di lontananza a riordinare le idee. Undici nuove canzoni, precedute in radio dal singolo “Chiamami”, da oggi sul mercato. " Il senso del disco è quello di spingerci al di là dei confini superando le barriere, un disco che ci è servito anche per riscoprirci, riconoscerci, fotografarci così come siamo", dice la coppia, al secolo Francesca Mesiano e Fausto Zanardelli. "Una dichiarazione di verità, di pensiero, che nasce dalla gran voglia di raccontarci".

“Salvarsi” da cosa?

"Da noi stessi, capendoci e accettandoci reciprocamente. Nel nostro progetto c’è un lato naif che non ci consente di prenderci sul serio fino in fondo. Sanremo ha un po’ cambiato certi parametri, così abbiamo pensato di rallentare il passo per guardarci dentro".

Ma oggi come oggi ci si può permettere di stare fermi un anno?

"Il fatto di essere una coppia nella vita prima che nella musica, ci mantiene sempre in una dimensione molto domestica. Se quel che facciamo non rispetta i nostri equilibri privati si sfalda tutto. E se finisce l’alchimia finisce pure la musica".

Qual era la cosa più importante da sistemare dentro di voi e quella da sistemare tra di voi?

"Arrivare al grande pubblico non era nel nostro Dna. Così dopo l’esito positivo del Festival e i mille altri impegni che ci sono piovuti addosso abbiamo pensato di staccare. Fra noi non c’è stata alcuna crepa sentimentale, ma abbiamo sentito il bisogno di allontanarci qualche tempo l’uno dall’altra, tornare ai nostri paeselli e capire cosa volessimo veramente. Durante questa lontananza è nata ‘Sei di vetro’ che abbiamo subito condiviso. C’è pure una canzone che parla di questo distacco, ma non l’abbiamo messa nell’album".

A legare il tutto ci sono tre inserti recitati.

"Per garantirne la verità, il disco ha avuto una gestazione veloce. L’abbiamo realizzato tra ottobre e marzo concependolo come un diario di bordo. Come degli appunti di viaggio, quindi, da unire anche con dei dialoghi".

Nel disco ci sono pure canzoni non cantate in coppia. Una novità.

"Disco molto libero in cui non ci siamo censurati come capitava in passato, quando ci dicevamo devi essere questo, devi essere quello. Quella di eseguire alcuni brani singolarmente e non in coppia era una barriera che non ci sentivamo di sfondare, ma ora siamo felicissimi di averlo fatto".

Avete radunato i fan nel video de “La resistenza”, accompagnati dalla formazione allargata con cui vi siete presentati pure sul palco del Primo Maggio.

"Sia nell’attitudine musicale che nel modo di scrivere le canzoni stiamo diventando sempre più una band. Cambiare modo di scrittura, partendo dalla musica invece che dal testo, determina infatti una maggior iterazione con i musicisti. Ora sul palco siamo in otto ".

Andrea Spinelli