
Guido Duccio Castellotti, presidente della Fondazione Banca Popolare di Lodi
Ancora “minorenne“, ma già con un curriculum da veterana: in diciassette anni la Fondazione Banca Popolare di Lodi ha approvato oltre 1.600 progetti, per più di 17,5 milioni di euro erogati, spaziando dalla scuola e dalla cultura al sociale e alla ricerca scientifica. Oggi, dalle solide basi costruite, la Fondazione guarda al futuro pronta a crescere ancora, affrontando le nuove sfide della comunità lodigiana.
Presidente Guido Duccio Castellotti, quanto conta oggi valorizzare cultura, formazione e iniziative sociali per rafforzare l’identità lodigiana?
"La Fondazione nasce come strumento per la crescita sociale, culturale ed economica del territorio. Oggi rappresenta un motore di integrazione ed elevazione dell’economia culturale e territoriale. Abbiamo scelto come priorità il sociale, intervenendo in settori chiave: cultura, scuola, ambiente, enti religiosi, fragilità umane e comparto sociosanitario, al quale dedichiamo particolare attenzione e risorse".
Quali sono i risultati concreti della Fondazione?
"In questi anni abbiamo approvato e finanziato progetti in tutti i settori chiave, sostenendo la comunità lodigiana a 360 gradi. I numeri parlano chiaro: 1.600 progetti finanziati per 17,5 milioni di euro erogati. Ogni intervento è pensato per creare comunità più solidali e partecipative".
Il 21 settembre torna in piazza Vittoria la Giornata del Volontariato, del Terzo Settore e della Cooperazione Sociale. Quali sono gli obiettivi?
"Questa iniziativa, nata 25 anni fa come progetto interassociativo, continua a coinvolgere cittadini e istituzioni come Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, Fondazione Caritas Lodigiana e Centro Servizi per il Volontariato Lombardia Sud. L’obiettivo è fare rete e formulare proposte condivise, dimostrando la volontà di rispondere collettivamente alle esigenze dei settori che supportiamo".
Quali sono i principali problemi del volontariato oggi?
"Il volontariato sta vivendo un momento di calo, soprattutto tra i giovani, che partecipano meno e in maniera più occasionale. Serve motivarli e offrire la chiamata all’impegno. Si parla di un volontariato ‘liquido’, legato alle circostanze. Allo stesso tempo, l’Italia invecchia: i giovani sono sempre più chiamati a occuparsi di nonni e zii, riducendo il tempo disponibile per, appunto, il volontariato. La sfida è ricomporre il tessuto sociale, trovare nuove forme di partecipazione e tenere viva la capacità di impegnarsi per gli altri. Mi faccia aggiungere una cosa".
Prego...
"Il Terzo Settore deve sviluppare progetti comuni, collaborazioni pubblico-privato e reti generative di risposte concrete ai bisogni dei territori. Bisogna mettere al centro le fragilità delle persone e rispondere ai bisogni primari: povertà familiare, educazione dei ragazzi, un welfare più completo. Servono percorsi di formazione al lavoro per i giovani e politiche sociali mirate".
Quale sarà l’impegno della Fondazione nei prossimi anni?
"Affrontare insieme i grandi temi di oggi, sia locali sia generali. Fare comunità significa fare vera democrazia e promuovere la partecipazione attiva di ciascuno. La Fondazione continuerà a essere al fianco della città e della provincia, sostenendo iniziative concrete, durature e capaci di incidere sulla vita quotidiana delle persone".
Federico Dedori