STEFANIA CONSENTI
Vivere Lodi

Risveglio culturale di Lodi: "L’arte contemporanea un volano per la crescita di tutto il territorio"

Claudia Ferrari, trascorsi da manager, è presidente di Platea Palazzo Galeano "Fare rete fra le associazioni per poter accedere meglio ai bandi pubblici. Siamo stati inseriti dal Sole 24Ore fra i cento luoghi più interessanti" .

Claudia Ferrari, trascorsi da manager, è presidente di Platea Palazzo Galeano "Fare rete fra le associazioni per poter accedere meglio ai bandi pubblici. Siamo stati inseriti dal Sole 24Ore fra i cento luoghi più interessanti" .

Claudia Ferrari, trascorsi da manager, è presidente di Platea Palazzo Galeano "Fare rete fra le associazioni per poter accedere meglio ai bandi pubblici. Siamo stati inseriti dal Sole 24Ore fra i cento luoghi più interessanti" .

Claudia Ferrari, manager sino al 2018 nel settore alimentare, presidente e fondatrice dell’associazione Platea Palazzo Galeano? Perché nasce?

"Con le mie sorelle Silvia e Laura, l’architetto Luca Bucci, Carlo Orsini (direttore artistico di Platea fino al 2024) e Gian Corsi il nostro tesoriere, volevamo portare l’arte contemporanea a Lodi e nello stesso tempo dare una visibilità ai giovani artisti e al territorio. Abbiamo scelto una formula nuova, la vetrina, in un palazzo storico, in pieno centro di Lodi. Che è si uno spazio privato ma che viene vissuto da un un pubblico ampio".

Siete nati cinque anni fa, in piena pandemia, coraggiosi. Un primo bilancio, più luci o più ombre?

"Più luci. Non abbiamo organizzato solo mostre, sin da subito abbiamo coinvolto le scuole, con l’iniziativa Buon compleanno Platea, e associazioni del terzo settore. Ad esempio abbiamo organizzato i laboratori per bambini in collaborazione con l’oratorio San Bernardo e quest’anno con Movimento lotta alla fame nel mondo. Intratteniamo buoni rapporti con la Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi onlus il cui sostegno è prezioso per il territorio e per l’associazione, il comune di Lodi, e abbiamo sostenitori fra imprenditori locali come Ferrari Giovanni Industria Casearia , Ommg e Solux".

Difficile però operare in un territorio come Lodi che secondo quanto afferma l’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso risponde poco ai bandi pubblici, un territorio dormiente...

"Ci sono segni importanti di risveglio culturale in città e non solo. Forse i bandi della regione sono di difficile accesso per gli enti molto piccoli. Lo sforzo che sta facendo il territorio è di fare rete. Mettere insieme le associazioni per poter più facilmente accedere a bandi che richiedono budget importanti. Negli ultimi anni sono nate tante altre realtà, parlando di arte contemporanea non posso non citare lo Spazio 21, Argine, il Circolo del Porro".

L’associazione ha un comitato scientifico?

"Lo avremo dal prossimo anno, sarà composto dalla gallerista Raffaella Cortese, da un collezionista, Jerry Bonetti, molto attento e seguito dai giovani artisti e da Gian Marco Casini, dell’omonima galleria di Livorno".

Milano è un "vicino" ingombrante, attira risorse e attenzioni...

"Ma è stimolante. Non c’è ovviamente nessuna competizione ma consideri la nostra situazione: siamo in un palazzo del ’600, in pieno centro storico a Lodi e con davanti una bella piazza, un posto bellissimo! Questa situazione sarebbe molto difficile da ricreare per noi su Milano per gli ovvi costi. Ed è diventata la nostra peculiarità, siamo stati citati nel 2022 fra i cento luoghi del contemporaneo, un volume edito dal Sole 24 Ore a cura di Nicolas Ballario. Grazie all’originalità del nostro progetto di promozione di artisti di diversa formazione. Pensi che abbiamo inaugurato con Marcello Maloberti e Raffaella Cortese e poi quattro giovani artisti, uno per mese. Quest’anno abbiamo avuto Margherita Moscardini che ha da poco inaugurato un’opera alla Biennale di Berlino..."

Che cosa manca ancora?

"Vorrei che lo sforzo che stiamo facendo porti ad avvicinare sempre più giovani all’arte e in particolare a quella contemporanea. Rappresenta punti di vista diversi, in grado di arricchire chiunque si avvicini".

Un progetto che le sta a cuore?

"Quello che vorrei è promuovere a Lodi una cultura inclusiva, mi rendo conto che è una parola abusata ma è l’unica che rende bene il concetto, di cultura aperta a tutti".

Com’è la qualità della vita a Lodi?

"Buona. Lodi è ideale per le famiglie, affitti accettabili, ottime scuole a portata di pedone, ciclabile, ecco potremmo convincere i milanesi a trasferirsi qui, raggiungere Milano non è poi così complicato come molti pensano".

Le piace Milano?

"Amo tutte le grandi città, a Milano vado spesso. Mi piace camminare, e catturare frammenti di conversazione, mi guardo attorno la città mi rende sicura".

Tutti di Milano dicono il contrario...

"Trovo che sia diventata più sicura rispetto agli anni Ottanta. Da studente universitaria vivevo a Città studi e nei parchi c’erano siringhe ovunque e gli scippi erano all’ordine del giorno. Nelle mie passeggiate, se proprio devo trovare un difetto, è che c’è poco verde ma per quello mi rifaccio a Lodi".