Lo sport nel sangue. Alessia Bolzonetti primo anno in A1: "Per restarci tanto"

Dagli esordi a San Martino in Strada alle esperienze nelle nazionali giovanili. La 22enne lodigiana ora sta difendendo i colori del Bergamo 1991.

Lo sport nel sangue. Alessia Bolzonetti primo anno in A1: "Per restarci tanto"

Dagli esordi a San Martino in Strada alle esperienze nelle nazionali giovanili. La 22enne lodigiana ora sta difendendo i colori del Bergamo 1991. "Puntiamo alla salvezza e darò il mio contributo", assicura. .

Sta affrontando la prima esperienza importante in serie A1 la schiacciatrice lodigiana Alessia Bolzonetti. La 22enne veste la maglia del Volley Bergamo 1991 con gli obiettivi di diventare una giocatrice sempre più forte, anche grazie al confronto, in allenamento e in partita, con campionesse di altissimo livello, e di conquistare sempre più spazio in campo. Alessia Bolzonetti è cresciuta in una famiglia in cui lo sport è sempre stato di casa: il papà Stefano è stato giocatore e allenatore di pallanuoto militando anche in serie A2 nello Sporting Lodi e anche la mamma Elena si è cimentata con basket e pallavolo a buoni livelli. Ama la pallavolo "perché - dice - mi piacciono le discipline di squadra, perché ti spinge a risolvere situazioni e se ci riesci vuol dire che sei un bravo giocatore e infine, in particolare per il mio ruolo da schiacciatrice, perché consente di metterti alla prova in tutti i fondamentali, dalla battuta alla ricezione, dalla schiacciata al muro senza dimenticare la fase difensiva". In carriera ha anche già difeso i colori delle nazionali giovanili azzurre rispondendo alle varie convocazioni. "Ho fatto tutta la trafila delle giovanili - racconta -. Con l’Under 17 ho disputato le qualificazioni e un campionato europeo, con l’Under ho giocato un mondiale e poi, con l’intermezzo del Covid, ho giocato l’Europeo Under 21". Da Lodi ha iniziato ad allontanarsi da giovanissima e non ha avuto l’opportunità di vivere molto la città. "Ma quanto mi piaceva andare a vedere le partite di pallanuoto alla piscina Faustina quando mio papà allenava" ricorda. In estate si impegna anche nel beach volley.

Alessia, a che età ha iniziato a giocare?

"Avevo otto anni. In precedenza giocavo a basket. Ci giocava mia sorella Dalila, di quattro anni più grande, nel Fanfulla e io la seguivo. Praticamente sono cresciuta in palestra. Poi un giorno all’oratorio di San Martino in Strada dove la mia famiglia viveva allora, mi hanno visto fare qualche bagher e qualche schiacciata e mi hanno proposto di provare con la pallavolo. Così ho iniziato nella squadra del San Martino in Strada a otto anni".

Si ricorda il suo primo allenatore?

"Sì. E’ stato Vittorio Porcelli".

Poi?

"L’anno successivo, quando ero in quinta elementare, sono passata alla Properzi Lodi. Quindi, in prima e seconda media, ho giocato a Crema e in terza media sono andata a Modena".

Come mai questo passaggio?

"Avevo conosciuto un allenatore che apprezzavo molto, Federico Di Toma. Ho fatto il provino ed è andata bene. Da lì in poi è stato un po’ tutto in discesa, sono arrivate sempre altre proposte".

Era già brava evidentemente. Il suo ruolo è sempre stato quello di schiacciatrice di banda?

"All’inizio no. Fino alla prima media ero piccola di statura e anche un po’ grassottella e giocavo libero. Poi, mentre appunto giocavo nel Crema, ho guadagnato in pochissimo tempo 20 centimetri e mi sono slanciata. Da allora il mio ruolo è stato quello di laterale e, a volte, di opposto".

Poi come è proseguita la sua carriera?

"A Modena sono rimasta un anno e poi sono passata alla Uyba di Busto Arsizio dove sono rimasta per due stagioni. Quindi sono andata alla Igor Gorgonzola Novara - Trecate disputando, in tre anni, i campionati di Under 18, Under 19, e contemporaneamente conquistando il primo e il terzo anno, le promozioni prima dalla B2 alla B1 e poi dalla B1 alla A2. Qui sono arrivate anche le prime chiamate, spesso e volentieri, per aggregarmi alla prima squadra in partite di A1 e di Champions, anche se non sono poi mai entrata. Non ero ancora pronta".

Seguono altri cambi di società...

"Sì. Passo al San Giovanni in Marignano, in Romagna, e disputo da protagonista le mie prime due stagioni in serie A2, nel 2021-2022 e nel 2022-2023. Il primo anno siamo arrivate in finale di Coppa Italia e il secondo, nonostante un po’ di difficoltà, siamo arrivate alla semifinale playoff. Sono state due belle annate. Lo scorso anno invece ho giocato a Macerata: è stato un anno complicato ma siamo comunque arrivate in semifinale playoff. E nell’estate scorsa è arrivata la chiamata di Bergamo".

Ha accettato subito?

"Sì quasi subito. La proposta mi è sembrata stimolante e in particolare mi ha convinto il dialogo con il direttore sportivo Matteo Bertini. Mi piace l’idea che hanno su di me e io sono consapevole del mio ruolo che non è quello da titolare, ma sicuramente da primo cambio in banda. Con la possibilità di giocare anche da opposto. C’è fiducia in mente e questa è una cosa che fa la differenza".

Ha dei modelli nella pallavolo, delle giocatrici a cui si ispira?

"Diciamo che mi sono sempre piaciute tantissimo due giocatrici: la brasiliana Gabi (pseudonimo di Gabriela Braga Guimaraes) che milita ora nell’Imoco Conegliano per come si fa sentire in campo con la sua squadra e la statunitense Michelle Bartsch per la sua esplosività".

Quali obiettivi si pone in carriera?

"Mi piacerebbe rimanere in A1 il più a lungo possibile. E se ci saranno chiamate nella nazionale maggiore sarò lieta di sfruttare le occasioni che mi si presenteranno".

E per quest’anno a Bergamo?

"Continuare la mia crescita. Io ce la sto mettendo tutta. L’obiettivo della squadra invece, per quest’anno, è la salvezza e io sono pronta a dare il mio contributo".

Tiziano Troianello