
Codogno, Andrea Fedeli firma dal 2007 i brani del programma in onda sulla Rai. Fino al 21 agosto, ogni giovedì sera, le puntate della ventiseiesima edizione
Haiti, Repubblica Dominicana, Filippine, Isole Svalbard e Nepal. Sono questi i luoghi che racconta l’edizione numero 26 de “Il mondo con gli occhi di Overland”, programma televisivo Rai che continua a incantare e a catalizzare gli interessi degli spettatori. Le nuove puntate sono state trasmesse dallo scorso 19 giugno e proseguiranno, ogni giovedì sera, fino al 21 agosto. Ancora una volta, come ormai dal 2007 quando fu mandata in onda l’undicesima edizione, la colonna sonora è “firmata” dal codognese Andrea Fedeli, 44 anni, compositore, autore e pianista.
Andrea, quanti brani hai creato in totale per Overland finora?
"Non saprei dirlo con certezza. Qualche tempo fa ho dovuto fare un inventario e ne risultavano quasi novecento. D’altronde quest’anno la mia collaborazione con Overland diventa maggiorenne (18 anni). È davvero molto tempo. Per fortuna le idee non mi sono mai mancate. In questi anni però ho cambiato molto il mio modo di lavorare. Per un lungo periodo ho composto unicamente nel mio studio utilizzando suoni (di alta qualità) virtuali. Gli ultimi album però li ho realizzati con musicisti reali ai quali ho affidato ogni singola parte che ho composto. Inutile dire che il risultato è ben differente. Ora mi concentro quindi su un unico album all’anno di 16 tracce. Produco meno in quantità, ma in questo modo le idee acquistano uno spessore importante. Non vorrei peccare di presunzione, ma credo non esista in Italia un altro documentario che realizzi musiche originali suonate in studio da piccole orchestre".
Quante ore ha lavorato per questa ultima edizione?
"Ogni edizione “Overland” richiede un anno preciso del mio tempo. Bisogna sapere che il materiale musicale deve essere pronto e a disposizione dei montatori non più tardi di febbraio. Quindi, andando a ritroso, le registrazioni in studio devono partire ad ottobre, e la scrittura delle parti ed (in primis) la composizione dei brani, non più tardi di febbraio/marzo dell’anno precedente. Ecco così che il cerchio si chiude. Certo ci possono essere alcune variabili. Un anticipo improvviso delle messe in onda da parte di Rai, ad esempio, determina una corsa contro il tempo da parte di tutti. Inoltre preferisco comporre l’album tutto di seguito. Per questo, quando è il momento, cerco di isolarmi per quindici giorni e così, almeno la prima stesura, è fatta. Certo l’isolamento è davvero difficile ai nostri giorni. Anche se mi chiudo nel mio studio è impossibile non venire interrotto dal citofono, dal telefono o da qualsivoglia altro normale impedimento del giorno. La cosa migliore sarebbe vivere in mezzo ad un bosco!"
Un aneddoto, una cosa particolare che é accaduta durante la preparazione di questa ventiseiesima edizione?
"Con l’avvento del nuovo format “Il Mondo con gli Occhi di Overland” la trasmissione si è discostata dall’idea intrinseca del viaggio inteso come partenza-arrivo, ma ha sviluppato una forma molto interessante di racconto di quei posti che per antonomasia siamo abituati a considerare dalla nostra latitudine come località estremamente negative. Il “Mondo con gli Occhi di Overland” ci racconta che proprio così non è. Certamente questo nuovo modo di viaggiare, che tocca per edizioni molti Paesi che si trovano l’uno dalla parte opposta del mondo rispetto all’orizzonte geografico, ha complicato non poco il mio lavoro. Per ogni edizione devo creare una miscellanea complessa di musiche di differente etnia, spesso senza avere idea della meta definitiva nel momento in cui mi appresto a comporre. La magia che si ripete però oramai da anni è una connessione tacita e segreta con la redazione Overland. Ad esempio, lo scorso anno avevo pensato ad un brano epico che ho chiamato “Himalaya”. Era da tempo che quella zona non rientrava nelle preferenze di viaggio della trasmissione. L’ho voluto comporre ugualmente con il rischio che poi non sarebbe stato utilizzato. Qualche giorno dopo però mi ha chiamato Filippo (Tenti, ideatore del programma con il padre Beppe, ndr) per fare due chiacchiere e raccontarmi le probabili prossime mete di viaggio a cui stava lavorando …e mi ha detto: “Quest’anno vado in Nepal”!"
A posteriori, ripensando a quando è stato scelto da Filippo e Beppe Tenti, cosa pensa abbiano visto in te? Perché puntare proprio su questo giovane codognese sconosciuto? Come li ha conquistati?
"Beppe e Filippo fanno parte di una sana vecchia scuola oramai in estinzione che ha da sempre abbracciato genuinamente la filosofia “ti metto alla prova, vediamo cosa sai fare”. Quando ho cominciato a consegnare le prime musiche nel lontano 2007 mi è stata data la possibilità di farlo accodandomi ad un team di altre persone. Pochi anni dopo mi è stata affidata la gestione dell’intero aspetto musicale. Una grande responsabilità che non ho certo preso sotto gamba. Cerco di fare il mio lavoro al meglio, cerco di anticipare i tempi ed eventuali problematiche. Credo con gli anni si sia instaurato un rapporto di fiducia perché nessuno mi ha mai imposto nulla, anzi: mi viene lasciata ogni volta carta bianca. Avere la fiducia di qualcuno è una grande responsabilità ma anche una grande soddisfazione. Beppe e Filippo mi hanno offerto il modo di realizzare il mio sogno".
Quali sono gli altri progetti a cui si sta dedicando o si è dedicato negli ultimi mesi?
"Vorrei realizzare un album di piano solo. Per la verità l’ho già scritto e provato. Dovrei solo andare in studio e registrarlo. Il tempo però gioca sempre a mio sfavore. Spero a breve di condurre in porto anche questo progetto".
A gennaio la rivista di Los Angeles “Film Score Monthly”, specializzata in colonne sonore, ha dedicato un ampio articolo alla sua musica...
"È stata una cosa che mi ha sorpreso enormemente e che mi ha reso molto orgoglioso".