Un dirigente su 5 è donna. "Ma resta tanto da fare"

Luci e ombre nella classifica per “gender gap“ stilata dalla società Manageritalia. Varese meglio di Genova, Firenze e Bergamo

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di Annamaria Lazzari

Varese indossa una speciale "maglia rosa": si piazza saldamente nella top ten delle province italiane per numero di dirigenti donne, secondo l’ultimo Rapporto di Manageritalia sui dirigenti privati.

L’analisi, che elabora dati dell’Inps, colloca la provincia di Varese al settimo posto sulla scala nazionale. Sono 391 le manager in "gonnella" nel territorio varesino su un numero complessivo di 2.163 dirigenti.

In pratica il 18%, quasi un alto dirigente aziendale su cinque, è donna. Sempre secondo la classifica di Manageritalia (che rappresenta a livello contrattuale i dirigenti del terziario privato) è la provincia di Milano, dove lavorano 8.705 donne dirigenti, quella a più alta concentrazione manageriale femminile, a cui seguono a distanza Roma (4.405) e Torino (1.132).

Al quarto posto troviamo Bologna (545), al quinto un’altra provincia lombarda, Brescia (444), e poi Verona (395) che al sesto posto supera di pochissime unità Varese (391) che fa comunque meglio di Bergamo (370), Firenze (328), Genova (314), rispettivamente in ottavo, nono e decimo posto per numero di posizioni di vertice assegnati alla "metà del cielo".

"Il territorio di Varese è caratterizzato da un vivace tessuto imprenditoriale, si colloca al terzo posto in Lombardia per numero assoluto di dirigenti, dopo Milano e Monza Brianza. Le donne manager vengono scelte per la loro formazione, competenze e capacità avendo dimostrato di poter ricoprire quel ruolo come gli uomini, se non meglio. Le dirigenti, insomma, coprono una posizione apicale per merito e risultati, non per una questione di genere o di quote rosa" commenta Ignazio De Lucia, manager in ambito digitale e lusso, nonché referente della delegazione di Varese per Manageritalia Lombardia.

"Durante la pandemia le aziende strutturate hanno puntato su competenze e gestione manageriale per resistere e prepararsi a cogliere le opportunità del loro specifico mercato nel post pandemia".

E, secondo De Lucia, la leadership femminile "incarna alla perfezione il nuovo modello di "manager del sentire", cioè capace di interagire con gli esseri umani che non sono dei numeri o dei cedolini. L’approccio empatico, la sensibilità femminile sono grandi virtù all’interno dei nuovi processi di trasformazione che interessano il mondo del lavoro".

Nel complesso, in Lombardia nel 2020 si contano 10.753 donne dirigenti (circa il 21% su un totale regionale di 50.912 manager); sono in crescita del 5,64% rispetto all’anno precedente (gli uomini solo dello 0,50 per cento).

Un altro dato interessante per le pari opportunità che emerge dal rapporto di Manageritalia è che dal 2008 al 2020 l’incremento delle donne manager in Lombardia è stato del 66 per cento.

Naturalmente rimane ancora tanto da fare: "Manageritalia mette a disposizione diversi strumenti per le pari opportunità ma servono sforzi maggiori a livello istituzionale" rimarca De Lucia. La recente legge sul “gender pay gap“, alla quale Manageritalia e il suo Gruppo Donne hanno dato un forte contributo, "è solo il primo passo".