Tradizione e artigianalità, cuore dei confetti

Laureata in Giurisprudenza, Cecilia Usuelli ha cambiato strada per portare avanti la fabbrica Ernesto Brusa: "Mestolo, mandorle e zucchero"

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"Non c’è molto di romantico in questa storia, ma solo tanta voglia di fare e di fare bene". Esordisce così Cecilia Usuelli che, insieme alla madre, dirige la storica fabbrica di confetti di Varese Ernesto Brusa. Eppure, a guardare questa azienda nata nel 1930, si direbbe il contrario. Quasi cento anni di storia, durante i quali il fondatore e gli attuali proprietari hanno sempre puntato su ingredienti di qualità e tecniche tradizionali per la preparazione di quelli che oggi sono conosciuti come “i confetti di Varese”. "La mia famiglia è subentrata alla fine degli anni Ottanta, quando è morto il fondatore: la vedova Brusa ha deciso di vendere e noi abbiamo rilevato tutto, dalle ricette ai macchinari. Abbiamo ereditato perfino alcuni operai, tra cui un diretto discepolo di Ernesto Brusa. Da quel momento, la nostra missione è stata tramandare la tradizione", racconta Usuelli.

E pensare che, all’inizio della sua carriera, i confetti sembravano una prospettiva lontanissima: "Ho studiato Giurisprudenza. Avrei voluto fare magistratura penale, ma dopo sei mesi di tirocinio in tribunale ho capito che non era quella la mia strada. Mi sono appassionata al lavoro dei miei genitori e ho sentito che la confetteria era il mio posto". Entrata nella gestione dell’azienda 16 anni fa al fianco della madre, Usuelli racconta di aver passato i primi mesi nel settore produzione, insieme agli altri operatori: "Volevo vedere da vicino come venivano prodotti i nostri confetti. Qui il processo è artigianale, usiamo ancora i macchinari originali degli anni Quaranta che non hanno niente a che vedere con quelli usati oggi dalle grandi aziende. Le ricette sono fondamentali, ma la differenza la fanno la manualità e l’esperienza degli operatori. Ogni confetto prodotto qui è unico nel suo genere".

Il rispetto verso la tradizione è anche il motivo per cui la Ernesto Brusa ha sempre deciso di evitare la grande distribuzione: "Per noi l’imperativo è tramandare gli insegnamenti del signor Brusa: solo mandorle siciliane di Avola ricoperte da un filo di zucchero. Le logiche della grande distribuzione, che spesso inseguono prezzi bassi a scapito della qualità del prodotto, non ci interessano. Puntiamo a fornire le botteghe, le drogherie, le realtà piccole ma eccellenti, dove la gente ha un rapporto con i proprietari".

A colpire è la passione con cui Usuelli difende una storia e una tradizione ereditate da una famiglia con cui non ha alcun legame di parentela: "Per tutto l’impegno che stiamo mettendo in questa attività, si potrebbe quasi dire che Ernesto Brusa è un mio nonno acquisito", scherza. "I miei genitori mi hanno insegnato che quando si prende un impegno lo si porta fino in fondo. Mi sono buttata in questa avventura e cerchiamo di fare le cose a meglio". Un’avventura che ha conosciuto anche i suoi momenti di difficoltà: "Mi ricordo gli anni della politica di austerità di Mario Monti. E poi, certo, i lockdown". Anche se la pandemia si è rivelata un’occasione preziosa per portare un po’ di innovazione anche all’interno di un’azienda così legata alla tradizione: "Con la chiusura dei negozi abbiamo deciso di introdurre gli ordini online, una scelta che prima non volevamo fare per rispetto verso i clienti, ma che adesso si sta rivelando vincente". Il segno distintivo di questa azienda, però, rimane sempre e solo l’artigianalità: "Gli operatori che, con il mestolo, colano la giusta quantità di zucchero sulle mandorle: ecco l’immagine che descrive perfettamente l’essenza della nostra attività. Sono loro che, con la propria sensibilità, sanno quando il confetto è pronto".