L’esordio sul palco a 24 anni: folgorante

Un dialogo, un gioco di specchi che porta in scena al Teatro Carlo Felice di Genova due opere apparentemente contrastanti “La Serva padrona” scritta da Pergolesi nel 1733 e “In Trouble in Tahiti” di Leonard Bernstein del 1972. Due intermezzi di grande musica e giocosità, sul podio il direttore d’orchestra varesino, sempre più internazionale, Alessandro Cadario, direttore ospite dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, Cadario ha un gesto elegante, profondità di lettura ed eclettico talento. "Amo affrontare il repertorio barocco seguendo tutte le prassi, sono stato anche maestro concertatore di opere di Monteverdi e amo i linguaggi moderni di Bernstein fra Stravinskij e Broadway. Sono situazioni musicali che appartengono al mio percorso artistico e qui convergono in un’unica serata". Diplomato in direzione d’orchestra con il massimo dei voti al Conservatorio Verdi, si è perfezionato all’Accademia Musicale Chigiana di Siena. Poi il diploma di violino, la laurea in direzione di coro e in composizione.

Maestro, quando ha capito che sarebbe diventato direttore d’orchestra?

"Volevo fare il musicista, mi sono diplomato in violino, in composizione per capire la genesi di alcuni capolavori, poi in direzione di coro. A ventiquattro anni mi sono trovato a dover dirigere un concerto, l’ho fatto con grande naturalezza e ho capito che era la mia strada".

E quando la musica classica?

"Ho frequentato una scuola musicale, cantando in coro con i miei compagni ho scoperto la musica e il piacere di eseguirla con altri. Un’esperienza che ha formato la mia attività, mi sono innamorato della voce e del repertorio sinfonico corale. Nella pedagogia di un musicista cantare in coro significa aprirsi alla meraviglia della musica".

Cosa crede di aver ricevuto dalla sua città natale?

"Una sensibilità al bello, vivere circondato da un paesaggio vario è un dono della vita. Come non rimanere estasiato al Sacro Monte, a Campo dei Fiori, ai laghi; mi piace anche passeggiare nel centro storico. Purtroppo Varese non è sede di Conservatorio ma essendo vicina a Milano mi ha permesso di completare gli studi, partivo ogni mattina con il treno e rientravo verso sera. La mia famiglia vive a Varese e la raggiungo spesso, con il passare del tempo mi rendo conto che il mio legame con la mia città è fortissimo".

Vuole annunciare suoi progetti futuri?

"Oltre ai concerti che terrò ai Pomeriggi con cui continuo la collaborazione, sto lavorando a un progetto dedicato a Falcone e Borsellino, debutterà al Regio di Torino a maggio in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, a giugno sarà al Piccolo Teatro. Quest’estate sarò al festival di Martina Franca, prima ancora alla Royal Opera House Muscat. Dirigerò anche a Firenze e Siena, dove s dieci anni fa ero uno studente, questo mi emoziona".

Come avvicinare i piccoli alla musica?

"Non è un’esperienza che si può realizzare da soli; in Lombardia esistono progetti come Opera Domani del Teatro Sociale di Como che sono estesi anche ad altre città fra cui Varese. Bisogna fare rete". G.L.