Federica, una vita tra acqua e libri "Ma le donne devono contare di più"

La campionessa olimpionica varesina, esempio di abnegazione, si batte per pari diritti tra sportivi "La medaglia d’oro di Tokyo emozione splendida, ma la voglia di lavorare da allora non è diminuita"

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Quella medaglia d’oro conquistata a Tokyo poco più di un anno fa, non l’ha cambiata. La parola chiave della vita di Federica Cesarini, 25 anni, da Bardello, è sempre una: "Lavoro".

Lavoro, per allenarsi almeno due volte al giorno volando sulle acque del “suo“ amato Lago, quello di Varese, o a Sabaudia, nel centro del Gruppo sportivo Fiamme Oro. Lavoro, per studiare, dopo la laurea triennale in Scienze politiche alla Luiss, ora punta dritto alla specialistica.

La sua giornata tipo è sempre la stessa, da anni, scandita dai remi e dai libri. Nessun cambio o comodità in più dopo l’alloro olimpico. Sveglia presto, 2-3 ore di allenamento intenso, poi il pranzo. Lo studio, quindi un altro allenamento. E la sera? Cena. Poi, ancora, studio. Fino allo strameritato riposo.

"Certo, ora ho una medaglia d’oro al collo, ma non sono cambiata. Ho sempre una grande voglia di lavorare", sorride Federica.

Chiuda gli occhi e si immagini il giorno dopo del ritiro dal canottaggio. Cosa farà?

"Non lo so, ci penserò quando arriverà il momento. In questo periodo della mia vita non credo sia giusto mescolare sport e politica. Ora devo pensare a remare: è già faticoso così...".

Ha fatto rumore il suo sfogo per la scarsa attenzione degli sponsor nei confronti degli sport, come il suo, che vanno al di là del calcio...

"Io non pretendevo nulla con quel post sui social, mi ha solo dato fastidio l’atteggiamento di chi ha detto: “Eh, ma siete stati in tanti a prendere medaglie“. Quasi come se noi donne avessimo avuto un ruolo di secondaria importanza. Mi ha dato fastidio finire in un calderone, ma guardo avanti. Mi sento già fortunata a praticare a questo livello lo sport. Mi ha fatto piacere la solidarietà manifestata da tanti sportivi: in Italia, purtroppo, esiste solo il calcio...".

A proposito di sport: a parte il canottaggio, pratica ciclismo, nuoto e sci di fondo. Quale preferisce?

"Sicuramente il ciclismo, una mia passione, anche se non posso dedicargli molto tempo visti gli impegni quotidiani tra sport e studio, e il fatto che sia pericoloso a causa degli automobilisti che troppo spesso non rispettano i ciclisti in strada".

In tv le piace seguire qualche sport in particolare, a parte il suo, e più le gare femminili o maschili?

"Mi piace guardare il ciclismo, anche se le gare sono molto lunghe e difficilmente ho il tempo per seguirle dall’inizio alla fine. In generale, guardo sempre più volentieri le gare sportive femminili, perché mi sento più rappresentata dalle atlete".

A proposito di visibilità, troppe poche voci femminili in tv raccontano gli sport, e in particolare le atlete non sono abbastanza valorizzate.

"Si può fare sempre meglio, certo. Ma credo che in questo senso si sia intrapresa la strada giusta. Vedo maggiore attenzione. Sulle voci delle telecronache, dico solo che è triste fare differenze di genere nell’anno 2022: l’importante è che un lavoro sia ben fatto, poco importa se a farlo sia una donna o un uomo...".

I suoi idoli sportivi?

"Giovanni Calabrese, il mio allenatore, medaglia olimpica a Sidney. Tra le donne ne ho tante, faccio fatica a scegliere...".

I suoi luoghi del cuore?

"Vivo un poco nel Varesotto, a casa mia, e un poco a Sabaudia. Adoro il Lago, questo è il luogo del mio cuore. Sull’acqua mi sento a mio agio".

Quando ha capito che la sua passione poteva trasformarsi in un lavoro?

"Quasi subito, ho cominciato nel mio paese, dove il canottaggio è molto praticato, e ho intuito che mi veniva molto bene. A chi mi chiedeva “cosa vuoi far da grande?“, rispondevo sempre: “L’atleta“".

E ha avuto ragione. Cosa consiglierebbe a un giovane che vuol intraprendere la sua stessa, meravigliosa carriera sportiva?

"Di divertirsi, prima di tutto. Poi, se son rose fioriranno".

F.Lu,