Mollo tutto e vado via. Ilaria e la nuova arte dei nomadi digitali: "Viviamo con poco"

Ilaria Cazziol, autrice di “Destinazione viaggio“. "Il mio segreto?. Mi innamoro di ogni luogo che visito e prendo il tempo che ci vuole. Noi donne dobbiamo prepararci, essere consapevoli dei pericoli".

Mollo tutto e vado via. Ilaria e la nuova arte dei nomadi digitali: "Viviamo con poco"

Mollo tutto e vado via. Ilaria e la nuova arte dei nomadi digitali: "Viviamo con poco"

In un mondo costantemente connesso, il nomadismo digitale è una realtà che attrae sempre di più. Non si tratta però solo di vivere viaggiando, piuttosto di trovare l’equilibrio tra professione ed esplorazione. Dal 2017 Ilaria Cazziol, giovane esploratrice e nomade digitale, condivide il suo mondo fatto di avventure con il blog Viaggiosoloandata.it e il nuovo libro “Destinazione viaggio”.

Ilaria, cosa significa essere nomadi digitali?

"Non significa necessariamente lavorare vivendo sempre in viaggio, come tanti pensano. Il nomade digitale è una persona che ha la possibilità di svolgere la sua professione da remoto e la sfrutta per viaggiare. Io mi sento nomade digitale quando sono nella mia casa in campagna nelle Marche, così come quando sono in giro per il mondo. C’è forse una percezione distorta di questo concetto. Gli influencer fanno credere che si possa lavorare mentre si è in viaggio, su una spiaggia o alla scoperta di un posto nuovo, ma non è così. Loro vogliono vendere uno stile di vita. Quando sei nomade digitale hai la libertà di lavorare in giro per il mondo senza la monotonia dell’ufficio, ma questo ti obbliga a essere sempre alla ricerca di luoghi adatti a svolgere le mansioni lavorative e dedicarti al cliente. La chiave è trovare il modo per far convivere lavoro e vacanza".

Perché ha cambiato vita?

"Io e il mio compagno, con cui condivido gran parte dei viaggi, avevamo il desiderio di maggiore libertà. Siamo stati mossi dalla voglia di trasformare una passione in lavoro. Ad oggi possiamo dire di esserci riusciti...".

Di cosa vi occupavate prima?

"Lavoravo in un’agenzia di comunicazione digitale, lui era freelance e si occupava di programmazione. Abbiamo usato un primo viaggio a lungo termine per diventare nomadi digitali. Siamo stati via per sei mesi: abbiamo fatto la transmongolica partendo dalla Russia, passando dalla Mongolia e dalla Cina, via mare in Giappone, poi Nepal, India e Thailandia".

Come è stato il cambiamento?

"Quei primi sei mesi di viaggio ci hanno fatto rendere conto che spostarsi da un luogo all’altro e intanto continuare a lavorare era troppo difficile. Vivere in quel modo non era sostenibile, sia dal punto di vista economico che lavorativo, non era come lo avevamo immaginato. Abbiamo cominciato ad alternare le due cose. Ora ci sono i periodi in cui siamo a casa e ci dedichiamo al lavoro in maniera più assidua, altri in cui siamo in viaggio e continuiamo a lavorare ma molto meno, altri ancora in cui ci fermiamo in un posto che diventa la nostra base lavorativa come fossimo in Italia".

Essere nomadi digitali garantisce un guadagno regolare?

"Lavorare in Paesi dove la vita costa poco, vivendo in modo morigerato, permette di spendere meno che in Italia. A differenza della settimana di vacanza, in cui si cerca di vedere tutto in poco tempo e spesso non si bada a spese, i viaggi a lungo termine mettono nella condizione di spostare la propria quotidianità in un altro luogo, e con questa anche tutte le abitudini".

Come nasce il blog Viaggiosoloandata.it?

"In origine il blog doveva rappresentare il resoconto della nostra prima partenza. Si è poi trasformato in un modo per dare agli altri risposte alle domande che noi stessi ci eravamo domandati quando ci siamo interessati al nomadismo digitale. Negli anni della pandemia abbiamo affrontato una battuta d’arresto: difficile parlare di viaggi quando il mondo era fermo. Ci siamo dedicati alla nostra altra grande passione, la fotografia di viaggio. In poco tempo è diventata parte preponderante del lavoro in Viaggiosoloandata.it. Nel 2023 abbiamo creato il sito “Fotografi in viaggio“: siamo quattro soci per la parte di fotografia, mentre il sito principale lo gestiamo solo io e il mio compagno".

Il libro Destinazione viaggio?

"È una guida per aiutare chi ha intenzione di intraprendere viaggi a lungo termine e per usare quel viaggio come strumento di cambiamento personale. Offre spunti sull’organizzazione pratica e la vita del nomade digitale, aiutando a capire quali sono i modi migliori per mantenersi viaggiando. Il tutto inserito in un diario in cui mi sono divertita a raccontare le mie avventure".

Il viaggio che resta nel cuore?

"Mi innamoro di ogni luogo che visito. Sono affascinata dalla Mongolia, Paese complesso e selvaggio, dal Nepal e dall’India per la fortissima cultura".

Esperienze negative?

"Forse la Cina. Sono amante della natura e dell’autenticità. I cinesi tendono a spettacolarizzare tutto in maniera artificiosa. Nonostante questo, anche in quel viaggio ho fatto esperienze meravigliose e irripetibili come dormire in tenda sulla Grande Muraglia cinese. Discorso a parta la Thailandia, viaggio straordinario finché il mio compagno non ha preso un’infezione. Siamo stati costretti a passare quasi due settimane in ospedale. Esperienza simile, anno scorso a Panama, da sola su un’isola deserta. Per colpa di un’intossicazione alimentare sono finita d’urgenza in pronto soccorso. Fa parte delle esperienze indimenticabili..."

Essere donna e viaggiare da sola?

"Partire da soli fa paura in generale, a prescindere dal sesso, è un’esperienza forte. Noi donne dobbiamo prepararci di più, essere consapevoli dei pericoli. Sono stata in moltissimi posti sola, dal Marocco alla Turchia e, stando molto attenta, non ho mai avuto particolari problemi".

Primi consigli per chi vuole essere nomade digitale?

"Fissa la data: darsi una scadenza è un buon modo per iniziare a pensare a quel che si vuole fare. Crea una rete di sicurezza: immagina lo scenario peggiore, cosa può andare storto? Se tutto va male, come mi rialzo? È importante avere un budget per le emergenze, per partire con tranquillità. Lavora sulle tue passioni: cercare di reinventare il proprio lavoro, sia qualcosa che facciamo perché ci piace. Non fossilizzarsi su un singolo modo di viaggiare: questo stile di vita significa abbracciare il cambiamento ed essere pronti e provare sempre cose nuove".