Flora et Decora numero 18: "Con impegno e passione a Milano si coltiva tutto". E da quest’anno Ristora

Stand selezionatissimi, l’eccellenza di florovivaismo ed enogastronomia. Il fondatore Lamberto Rubini: l’Arco della Pace diventerà della Bellezza. Spazio anche ai laboratori per bambini e seminari per tutti gli ospiti.

Flora et Decora numero 18: "Con impegno e passione a Milano si coltiva tutto". E da quest’anno Ristora

Stand selezionatissimi, l’eccellenza di florovivaismo ed enogastronomia. Il fondatore Lamberto Rubini: l’Arco della Pace diventerà della Bellezza. Spazio anche ai laboratori per bambini e seminari per tutti gli ospiti.

di Anna Mangiarotti

MILANO

Chairman (presidente) di Flora et Decora non è titolo con cui interpellare Lamberto Rubini. Perché?

"Mi pare un mandato onorifico – sorride – semmai io sono il fondatore. Sì, una mattina mi sono svegliato con l’idea di organizzare una mostra mercato del verde".

Che dal 2013, a scadenza primaverile e autunnale, attira moltissimi visitatori a Milano. La prossima edizione?

"La diciottesima, 11-13 ottobre. All’Arco della Pace. Che diverrà per noi “l’arco della bellezza”. Ci crede presuntuosi?"

Per niente, bello è già di per sé quel che aiuta ad allontanarsi dal male, dalla guerra...

"E l’Arco della Pace, eretto alla fine delle guerre napoleoniche, si trova oltretutto in una zona bellissima della città. Alla confluenza con il parco Sempione. Zona anche di bella movida, non “bacconesca“ – mi passi il termine – al di là di certi ritrovi notturni".

Bellezza, comunque, proponete al pubblico, allettato non solo dall’ingresso rigorosamente gratuito.

"Gli espositori, tutti selezionatissimi, li andiamo a cercare".

Un esempio per ognuna delle tre sezioni. Incominciamo da “Ristora”, polo enogastronomico, concepito per ultimo in questa rassegna.

"Io stesso, salito quest’anno sulle Apuane ad esplorare la magnificenza delle cave di marmo, sono capitato a Colonnata, borgo piccolissimo e graziosissimo, che identifica un lardo inimitabile".

Cosa lo rende tale?

"La particolare salatura e ricchezza di aromi e soprattutto la stagionatura, dai 6 ai 10 mesi, in conche di marmo bianco. Ne deriva la speciale fragranza apprezzata anche da Michelangelo. A venire a Milano ho convinto l’Antica Larderia Mafalda, custode di segrete e speciali ricette".

Ma sotto il cielo di Milano possono prosperare le lavande dei floricoltori Ratto di Albenga, che ci segnala per la loro collezione, forse la più completa in Italia?

"Con impegno e passione e cura a Milano si può coltivare tutto".

Non dubitiamo che ci riesca lei, dottor Rubini, sul suo terrazzo affacciato su Sant’Ambrogio.

"Per la verità, anch’io quest’anno, a causa dell’umidità, ho sofferto la perdita della rosa rampicante Pierre de Ronsard, pur vigorosa e resistente alle intemperie e alle malattie".

Invece, un’esperienza che sarebbe difficile credere di successo?

"Sul mio terrazzo si sono ben ambientate le api osmie, che non producono miele ma sono responsabili dell’impollinazione della maggior parte delle piante coltivate e selvatiche. Nelle nostre lezioni, pardon presentazioni, seminari, suggeriremo di adottarle".

A “Flora” si trovano pure servizi?

"Certo, e d’altro canto la nostra manifestazione ha aiutato i floricoltori in crisi (causa Covid che ha quasi decimato una generazione, o per gli acquisti su Internet), a farsi conoscere, e a far esplodere la loro attività offrendo inoltre la manutenzione di terrazzi e giardini".

Nella gamma di artigiani di “Decora”?

"I coloratissimi foulard di Innbamboo, azienda pioniera nell’utilizzare la straordinaria morbidezza e leggerezza del filato di bambù".

L’attenzione per il verde privato farà propagare quella per il verde pubblico?

"Per un certo periodo mi sono associato agli Angeli del bello,

nell’intervenire dove c’era sporcizia. Ora mi lasci ringraziare Amsa, partner fondamentale della nostra fiera, che si chiude lasciando tutto pulito, e anche così è di esempio".