Referendum di giugno, si va al voto su diversi temi

Scenari / Cinque quesiti per cambiare le norme su materie sensibili

avoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi

avoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi

Nel corso di questo 2025 i cittadini saranno chiamati a votare per cinque Referendum. La Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibili quattro quesiti referendari sul lavoro, per i quali sono state raccolte oltre 4 milioni di firme e il referendum sulla cittadinanza, depositato in Cassazione con 637mila firme. Più nel dettaglio, i Referendum chiederanno ai cittadini di pronunciarsi su: Stop a licenziamenti illegittimi, più tutele per lavoratori delle piccole imprese, riduzione del lavoro precario, più sicurezza sul lavoro e referendum su cittadinanza italiana. Come si vede, si tratta di tematiche molto attuali, con i cinque quesiti referendari che potrebbero cambiare le norme attorno a tematiche oggi molto sentite. Andiamo ora a vedere, più nel dettaglio, di cosa si tratta e quali sono le specifiche peculiarità dei quesiti referendari. Il primo dei quattro Referendum sul lavoro chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi, non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori interessati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui la/il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. Abrogando questa norma, i promotori ritengono di poter dare uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo. Il secondo Referendum riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese. In quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo, oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Il terzo Referendum punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato. Va detto che in Italia, circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. Il quarto referendum interviene in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Arrivano fino a 500mila, in Italia, le denunce annuali di infortunio sul lavoro, con quasi 1000 morti, che vuol dire che in Italia ogni giorno tre lavoratrici o lavoratori muoiono sul lavoro. Il quinto Referendum abrogativo, infine, propone di dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana.