Gli operai corrono per ultimare la facciata del quarto edificio di 12mila metri quadrati del business district The Sign, che entro fine anno dovrebbe essere consegnato a L’Oréal, nuovo quartier generale italiano della multinazionale francese che lascerà via Primaticcio. In piazza Fernanda Pivano i dipendenti di Ntt Data e Aon si confondono con gli studenti dell’adiacente sede Iulm, della Naba e della Domus Academy, mentre rane, farfalle e api ripopolano i giardini sotto i palazzi.
L’area di oltre 40mila metri quadrati, una volta consegnato l’ultimo edificio, accoglierà circa 2800 persone al giorno, cui si aggiungono gli studenti di passaggio e i residenti. È il nuovo volto di una fetta di quartiere che dagli anni ’50 fino al 1997 ha ospitato la Fonderia Vedani, società di riconversione dei metalli, in un processo emblematico della trasformazione di Milano, da città industriale a città dei servizi.
Della storica fonderia resta un piccolo immobile, mentre il resto dello spazio è occupato dagli uffici delle multinazionali che hanno scelto di "prender casa" in quella macro-area di recente ribattezzata come NaPa, acronimo di Naviglio Pavese. "Gli spazi sono tutti occupati, e questo dato è indicativo dell’apprezzamento del progetto da parte delle aziende", spiega Lorenzo D’Ercole, head of asset & technical management e Csr Italy di Covivio, colosso dell’immobiliare che ha promosso l’operazione di rigenerazione urbana firmata da Progetto Cmr. "È un modello di ufficio molto richiesto sul mercato – prosegue –, le aziende soprattutto in questo periodo cercano spazi di qualità, magari di dimensioni più ridotte rispetto al passato, chiedono razionalità ed efficienza energetica. Spazi in grado di rispondere a un modello che vede coesistere lo smart working
con il lavoro in presenza. Nel caso di The Sign, poi, ha giocato un ruolo importante anche il fattore trasporto pubblico, perché la zona è molto ben collegata. C’è la fermata della metropolitana di Romolo e il passante – aggiunge – gli autobus e le strade che portano alla tangenziale. Di certo abbiamo dato un contributo per cambiare il volto di questa zona", conclude.
Gli edifici progettati dall’architetto Massimo Roj, con le loro facciate cangianti e il “segno“ luminoso che li unisce, svettano nel nuovo skyline del quartiere. Uffici con terrazze, spazi comuni, luoghi per organizzare eventi aziendali e conferenze.
Al piano terra si alternano bar e ristoranti, per la paura pranzo e gli aperitivi dei dipendenti delle multinazionali. Non molto lontano sorge un altro nuovo distretto, Symbiosis, sviluppato sempre da Covivio, che concentra a Milano il 97% del portafoglio uffici, con un tasso di occupazione di oltre il 98%.
La prima fase dei lavori di The Sign è stata completata nel 2021 con la realizzazione di tre edifici direzionali, di un’ampia zona verde, della piazza intitolata a Fernanda Pivano di circa 4.000 mq, entrambi aperti ai cittadini, e diverse opere di urbanizzazione per "contribuire al miglioramento della viabilità e vivibilità dell’intera zona".
Attualmente sono in completamento i lavori della fase due per la costruzione della nuova sede di L’Oréal Italia, con consegna prevista entro la fine del 2024. Nel frattempo il primo lotto di The Sign ha ottenuto la certificazione Biodivercity. "Un traguardo esclusivo – spiega Covivio – dal momento che nessun altro sviluppo in Italia aveva ricevuto prima di allora questa certificazione. In questo momento è in corso l’iter per la certificazione anche del secondo lotto in costruzione". Certificazioni ottenute grazie anche ai progetti per "preservare e incrementare la biodiversità del luogo", come spazi per le farfalle e nidi per le api.