Il pane di San Gerardo, il ‘michin’ si veste d’arte

Dall’antica ricetta del dolce prodotto dal forno Santin di Monza al bassorilievo. Progettato e realizzato in 50 copie dagli studenti per donarlo agli ospiti d’onore

Il pane di San Gerardo. Il “michin“ si veste d’arte

Il pane di San Gerardo. Il “michin“ si veste d’arte

Il corteo storico che quest’anno è dedicato a San Gerardo, porta con sé antiche ricette dal pane ai biscotti a lui dedicati. Gerardo infatti portava il pane ai poveri. Il Michin, (la michetta di San Gerardo) è diventato il gadget del corteo per quest’anno, riprodotto in creta dai ragazzi di seconda H del liceo Nanni Valentini, guidati dal professor Leonardo Arena, insegnante di discipline grafiche e pittoriche. I ragazzi hanno progettato e realizzato il prototipo in terracotta, apponendo in bassorilievo l’immagine di San Gerardo, di colore bronzeo.

Poi i più piccoli della terza E della scuola media Pietro Verri di Biassono, guidati dal professor Vincenzo Roberto, ne hanno riprodotte 50 copie che verranno date in omaggio alle autorità. "Nel laboratorio “ConCreta“ – racconta il professor Roberto – abbiamo creato 50 pezzi unici, tutti diversi, dando valore al lavoro artigianale. La professoressa Laura De Capitani ha ricercato con i ragazzi la storia di San Gerardo nel suo tempo, che i ragazzi non conoscevano. Si fanno rivivere così storia e tradizioni locali". Per i biscotti, la ricetta sembra tratta da un ricettario di 150 anni fa, ma che potrebbe risalire al medioevo.

Sembrerebbe ispirata ai biscotti che gli abitanti di Olgiate Comasco, in pellegrinaggio a Monza per venerare le reliquie di San Gerardo, erano soliti portare con sé, far benedire e poi appendere sulla porta di casa come buon auspicio.

È un dolce tutto monzese e che in città è sfornato solo nel forno della panetteria “Santini“ di via Lecco, a due passi dalla chiesa di San Gerardo al Corpo.A preparare l’impasto e a cuocerli è Massimo Santini, che segue la ricetta in mano alla sua famiglia da oltre 150 anni.

Lavora nel forno avviato dal nonno Alessandro, nel 1870. "Io a mia volta l’ho ereditato da mio padre, insieme al ricettario che contiene anche la formula per preparare i biscotti di San Gerardo". Nell’impasto pochi e semplici ingredienti: il burro e la farina di grano tenero, lo zucchero e il latte parzialmente scremato. "Non ci sono le uova – precisa Massimo – Ed è proprio questo il segreto che permette ai biscotti di mantenersi freschi anche dopo due mesi". Si presentano come lingue di pastafrolla che si sciolgono nel palato, mai troppo dolci, dall’aspetto rugoso che ne assicura la croccantezza.I biscotti del forno Santini sono i grandi protagonisti della festa di San Gerardo. "Il 6 giugno li portiamo in chiesa per l’offertorio e poi il parroco è solito regalarli agli altri sacerdoti che partecipano alla funzione e alle autorità presenti".