Tra velluti e broccati d’epoca, dallo studio del passato all’abito: all’opera le sarte delle favole

Vestiti ricamati con 1.500 perle bianche all’esterno e dorate all’interno, cucite una per una da mani esperte. Il più celebre outfit di Teodolinda è rosso, con uno strascico di metri, creato da Adelia Carzaniga, 87 anni

Tra velluti e broccati d’epoca. Dallo studio del passato all’abito. All’opera le sarte delle favole

Tra velluti e broccati d’epoca. Dallo studio del passato all’abito. All’opera le sarte delle favole

Abiti ricamati con 1500 perle bianche all’esterno e dorate all’interno, cucite una per una da mani esperte. E poi velluti e broccati vestono Teodolinda e i cortigiani nel corteo storico, fino in Duomo. Il merito è delle talentuose sarte dell’associazione Villasanta Medievale, che lavorano senza sosta e con estrema cura metri di raffinati tessuti, velluti, spole di raso e taffetà e pregiate passamanerie.

Si chiamano Vilma, Daniela, Lucia, Daria, Anna, Maria Augusta, Mariuccia e Ambrogina. A guidarle è Maria Anastasia Colombo, che disegna personalemente i bozzetti ispirati ai famosi affreschi realizzati dagli Zavattari nella Cappella di Teodolinda in Duomo o a documenti antichi e ad ogni sfilata supervisiona personalmente tutte le comparse. Il più celebre outfit di Teodolinda è però un abito rosso, con uno strascico di parecchi metri, realizzato da Adelia Carzaniga, 87 anni, storica sarta del Gap, Gruppo amici del presepe di Lissone. Supervisiona tutto Maria Anastasia: "Guai se qualcuno dovesse indossare per sbaglio un anello, un orologio o magari degli occhiali – rivela Maria Anastasia – non saremmo più credibili nell’atmosfera medievale e il corteo sarebbe compromesso".

Un diploma di liceo artistico alle Preziosine e poi gli studi all’Accademia di Brera hanno segnato gli anni di preparazione di Maria Anastasia, che poi ha prestato la sua opera per il teatro alla Scala, al teatro dei Filodrammatici e per l’Opera di Nizza. "Per opere liriche e prosa porto avanti un’accurata ricerca storica – racconta –. Ma la rievocazione storica mi dà particolare soddisfazione perché recupera la storia e la tradizione della Brianza. A seconda del personaggio studiamo con cura cappelli, abbellimenti, accessori, taglio e cucito. Per la sfilata del 2024 riscopriremo alcuni abiti già usati nel 2005, fra scarpe e accessori che ben si addicono al XII secolo". Con loro collabora anche il Gap (Gruppo amici del presepe di Lissone). Il Corteo storico di Monza è l’iniziativa clou dell’anno culturale monzese, possibile grazie al sodalizio costruito nei decenni dalla promotrice Ghi Mergalli con le associazioni storiche che a vario titolo connotano la Brianza. Fra gli affezionatissimi sempre presenti i volontari dell’associazione La Ghirighella di Villasanta e il Gruppo amici del presepe di Lissone che portano anch’essi un contributo per i costumi indossati dai nobili della corte longobarda e dell’alto clero.

A rendere viva la rievocazione anche la Scuola di merletto di Carate Brianza. Le volontarie sono depositarie di un’arte che si tramanda da secoli, una tradizione gelosamente custodita, quella dell’arte del merletto, i cui segreti in passato le donne non erano facilmente disposte a svelare. Non a caso il pizzo a tombolo è stato addirittura inserito nel Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Dai centrini alle borse, dai quadri ai gioielli, all’abbigliamento, la lavorazione del merletto si presta a ornare gli oggetti più pregiati e la richiesta da parte dei privati è in crescita. "Ma le regole per il pizzo sono le stesse da secoli – commenta Caterina Casuscelli, membro dello staff della Scuola di merletto – e la foggia è sempre frutto della tradizione. La nostra è una presenza fissa all’interno della rievocazione storica ed è per noi un grande orgoglio vedere come il nostro lavoro riesca a incuriosire tante persone, spingendo tante donne a frequentare la nostra scuola. Oggi il tempo è prezioso e l’arte del merletto richiede precisione e pazienza. Eppure la suggestione resta".