"Noi, irriducibili nella fabbrica dei talenti"

La direttrice artistica Valentina Pescetto racconta la stagione del Factory32, giovane palcoscenico in crescita. "Cuore e determinazione"

La fabbrica è aperta. Ma niente catene di montaggio: qui si creano spettacoli e talenti. A volte si assembla pure qualche sogno. E forse è per questo che i milanesi si sentono come a casa quando vanno al Factory32, giovane palcoscenico nato in tempi burrascosi. Dove i titoli della stagione s’intrecciano a un ricco bouquet di corsi, sotto la guida della direttrice artistica Valentina Pescetto. Che qualche tempo fa si è messa in testa di ristrutturare questa architettura post-industriale di via Giacomo Watt. Trasformandola in teatro.

Valentina, perché vi definite irriducibili?

"Non abbiamo avuto vita facile. Considera che Factory è nato a fine 2018, c’è stato un anno di attività normale, poi è successo di tutto. Continuiamo a resistere con cuore e determinazione". Qui si costruivano tappeti.

"Sì, guardavo questo posto e in me cresceva l’idea matta di crearci il mio spazio. E così siamo passati dai tappeti ai talenti. Abbiamo dato vita a una fabbrica teatrale milanese, dal sapore internazionale, fin dall’inizio abbiamo proposto corsi in inglese e da quest’anno avremo uno spettacolo anche in lingua, nella stagione: “Fata Morgana” di Margherita Remotti, dedicato alla musa di Andy Warhol".

Siete riusciti a trovare una vostra collocazione nella scena milanese?

"C’è stima con gli altri teatri, ci hanno seguito immediatamente con curiosità e in maniera molto naturale. So anche che siamo solo all’inizio, bisogna consolidarsi, c’è tanto lavoro da fare. Ma credo che la chiave sia continuare a puntare sulla qualità nella proposta artistica e in quella formativa. Oltre a fare in modo che la gente si senta sempre a casa quando ci viene a trovare. Nel foyer regalo ad ogni spettatore una caramella con su scritto: “make a wish“. Esprimi un desiderio. Perché io avevo un sogno e l’ho realizzato. Ora mi auguro che succeda ad altri".

Il desiderio dei prossimi anni?

"Vorrei che col tempo fossimo riconosciuti a livello nazionale e internazionale, diventare punto di riferimento per i milanesi".

In molti seguono i vostri corsi. "Sì, la scuola è una parte importante delle nostre attività e sta crescendo esponenzialmente. Siamo partiti con tre corsi: voce, training dell’attore, inglese per i bambini. Ora sono dieci: storia del teatro, il laboratorio di regia e d’attore, teatro ragazzi, drammaturgia e inglese anche per adulti, oltre ad aver raddoppiato la proposta per i piccini".

Due parole sulla stagione, intitolata “Come back home”.

"Ci riproveremo con “Il Calapranzi” di Pinter, la nostra produzione che avevamo dovuto rimandare. Ma in generale è un cartellone di cui siamo molto soddisfatti. E in cui si respirano le nostre caratteristiche: l’attenzione verso la contemporaneità e la nuova drammaturgia, oltre al desiderio di collaborare con gli artisti più giovani. Factory32 è un teatro vissuto con passione". Diego Vincenti