MARIACHIARA ROSSI
Speciali

Giulio Romano, l’arte di vivere e le meraviglie a Palazzo Te

Il direttore della Fondazione Baia Curioni svela universi onirici e magici dove i delfini diventano saliere e cigni dall’aspetto maligno sono pinze

Giulio Romano

di Mariachiara Rossi

Ispirato al modello della Domus romana, pensato per i divertimenti e l’ozio del principe Federico II di Gonzaga, Palazzo Te è uno dei più bei esempi di villa rinascimentale di cui si ha testimonianza, specchio fedele del genio di Giulio Romano, architetto che si occupò di progettarlo contribuendo a diffondere la fama dei Gonzaga in giro per l’Europa. La cura per i dettagli è visibile non solo dai lussuosi giardini, ma dai cicli decorativi di affreschi conservati solo parzialmente sulle facciate esterne dell’edificio e apprezzabili in tutta la loro bellezza nelle sale interne, decorazioni che secondo il gusto dell’artista ornano tutti gli ambienti. La sua capacità di coniugare estro, fantasia e provocazione con le esigenze di corte lo portarono a realizzare una serie di oggetti eccentrici ma allo stesso tempo raffinati, lussuose manifestazioni dello stile di vita della casa, che dall’8 ottobre scorso si possono ammirare nella mostra “Giulio Romano. La forza delle cose ”, allestita nel Palazzo a cura di Barbara Furlotti e Guido Rebecchini, e visitabile fino all’8 gennaio 2023. "Quest’anno come filo conduttore delle nostre esposizioni abbiamo scelto “L’arte di vivere”, e ci è sembrato un passaggio logico dopo che nel 2021 abbiamo dedicato il percorso museale a “Il mito di Venere”. Oggi cerchiamo di dare un senso alla nostra vita tramite la meraviglia, un’arte custodita nel modo di fare le cose del ‘500 e Giulio Romano, attraverso il suo lascito, è il miglior rappresentante della filosofia. A questo proposito la stagione è stata inaugurata con la mostra dedicata ai corami, pareti di cuoio decorative in oro e argento che oltre a creare un’atmosfera onirica servivano a ostentare ricchezza" spiega Stefano Baia Curioni, direttore di Fondazione Palazzo Te, istituzione che si occupa di organizzare l’offerta culturale e promuovere il patrimonio artistico custodito dalla villa. Tra i tesori esposti si possono osservare oggetti preziosi di uso quotidiano in cui la natura irrompe in maniera folgorante, richiamando mondi onirici o addirittura magici: delfini che fungono da saliere, cigni dall’aspetto maligno concepiti come pinze da tavola ma anche disegni e progetti provenienti da diverse istituzioni europee che testimoniano la capacità creativa di Giulio Romano e il pezzo forte della collezione, lo scudo di Carlo V, donato da Federico II alla corona spagnola, che verrà esposto assieme al disegno preparatorio.

"Molti dei pezzi di argenteria – svela il direttore di Fondazione Palazzo Te – sono andati perduti e per riportali in vita ci siamo serviti della collaborazione esclusiva con Factum Foundation e Factum Arte, che con l’uso di tecnologie digitali hanno prodotto delle ricostruzioni tridimensionali di cinque oggetti da tavola, le quali hanno l’obiettivo di dimostrare l’impatto visivo delle creazioni ma anche la loro utilità". Nell’ambito di Spazio Te, area interna dedicata agli eventi e alle relazioni aperte con la città attrezzata con bar e biblioteca, la Fondazione propone un ciclo di talk, spettacoli teatrali e presentazioni letterarie in collaborazione con le associazioni culturali del territorio e una serie di approfondimenti sui temi e i protagonisti dell’esposizione.