Criptovalute ad alta volatilità. Ora servono regole chiare trasparenza e l’euro digitale

L’allarme del presidente della Consob, il plauso quasi unanime dei politici e soprattutto la necessità di agire prima che torni l’incubo dei “subprime“.

L’economista e presidente della Consob, Paolo Savona, 88 anni

L’economista e presidente della Consob, Paolo Savona, 88 anni

Prudenza. A lanciare l’allarme è stato il presidente della Consob, Paolo Savona, nel suo settimo e ultimo discorso all’incontro annuale con il mercato finanziari. Per lui, le criptovalute non mettono a rischio solo i soldi di chi le compra bensì la tenuta dell’economia mondiale. E ha spiegato perché nel dettaglio: "Alle turbolenze più recenti ha concorso il movimento della faglia tellurica delle cryptocurrency sottostante al territorio monetario e finanziario tradizionale, con possibili sbocchi dalle proporzioni imperscrutabili; il rischio è riemerso sotto la spinta dell’illusione di facili guadagni così ben descritta da Carlo Collodi nel “Campo dei miracoli“ di Pinocchio e ha trovato alimento nel successo conseguito da quelli che hanno sfruttato l’occasione offerta dallo sviluppo delle tecnologie informatiche". Il grido d’allarme è chiaro. Ed è stato raccolto da più parti. Anche quando Savona si è lanciato in parallelismi storici: "Non può sfuggire l’analogia che si va determinando con le radici della crisi finanziaria del 2008 dovuta alla diffusione dei derivati complessi che contenevano crediti difficilmente rimborsabili (subprime) e causarono gravi conseguenze economiche, mettendo a rischio anche la sicurezza dello Stato".

Cosa fare, allora? Savona ha invitato a varare l’euro digitale per farne "una moneta “as good as gold“ per contrastare l’identificazione tra l’oro e le crypto". A maggior ragione in questo periodo caratterizzato da continue tensioni internazionali e difficoltà di leggere la realtà. Una prospettiva chiara non guasterebbe. Tanto più che nel 2024 l’Italia ha assistito a una significativa accelerazione nell’adozione delle criptovalute: secondo la società Kts Finance, l’utilizzo delle piattaforme di scambio ha segnato un incremento del 25% rispetto all’anno precedente. "Un dato che evidenzia un cambiamento nell’atteggiamento di cittadini e imprese nei confronti degli asset digitali, ormai percepiti non solo come strumenti speculativi, ma come opportunità concrete di diversificazione finanziaria e innovazione".

Perché le criptovalute sono ormai un ecosistema in evoluzione, anche se ancora fragile. Nonostante l’espansione dell’interesse di investitori grandi e piccoli, restano criticità strutturali che rallentano lo sviluppo del comparto. Secondo le analisi di Kts Finance "la principale debolezza risiede nella mancanza di un quadro normativo e fiscale univoco e aggiornato, elemento che continua a generare incertezza sia tra operatori del settore che tra investitori privati. Per garantire una crescita sostenibile degli asset digitali, si individuano tre ambiti prioritari di intervento: "Chiarezza normativa e fiscale in merito alla tassazione delle criptovalute e alla loro classificazione giuridica; diffusione dell’educazione finanziaria, per aumentare il livello di consapevolezza e gestione del rischio tra gli utenti; incentivi all’utilizzo della blockchain, anche in ambiti pubblici e istituzionali, per favorire applicazioni concrete e tracciabili delle tecnologie decentralizzate".