
La dogana di Villa di Chiavenna. I sindacati hanno accolto con favore la proposta dei Giovani Socialisti per un salario minimo di 24 franchi all’ora
Villa di Chiavenna (Sondrio), 26 gennaio 2025 – Non bastava il nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera, che introducendo la figura del nuovo frontaliere ha penalizzato almeno da punto di vista fiscale i neo assunti nel Canton Grigioni, adesso a pesare sui 9.400 lavoratori (la maggioranza della Valtellina e della Valchiavenna) che ogni giorno si recano oltreconfine c’è anche il dumping salariale. A denunciarlo sono i sindacati che hanno accolto con favore la proposta dei Giovani Socialisti di introdurre un salario minimo di 24 franchi l’ora.
“Un frontaliere con il permesso G percepisce anche il 50% in meno rispetto ai residenti - spiega alla RSI Ivan Cameroni, del sindacato Inas dei Grigioni - Non succede nel settore dell’edilizia e delle costruzioni dove a tutelare i lavoratori ci sono contratti collettivi riconosciuti dal Consiglio federale, il commercio al dettaglio è molto più vulnerabile perché non è regolato. È capitato tempo fa che un noto brand del lusso proponesse un contratto a 3.500 franchi lordi per uno store manager, un salario improponibile per il costo della vita e in particolare quello degli alloggi in Engadina. Servono contratti collettivi di lavoro dove è possibile e invece dei salari minimi garantiti per quei settori dove non è possibile raggiungere un’intesa”. Con un salario minimo di 24 franchi l’ora lo stipendio di un impiego a tempo pieno non potrebbe scendere sotto una retribuzione di 4.000 franchi al mese.
“Sarebbero 500 franchi in più della soglia di povertà che oggi è pari a 3.500 franchi al mese - spiega la co-presidente del partito giovanile, Malina Liebsch - Si farebbe così un primo passo verso una maggiore giustizia sociale. Una soglia minima di retribuzione dovrebbe essere applicata in tutti i settori. Anche i praticanti e gli apprendisti dovrebbero beneficiarne. Siamo convinti, che tutti debbano poter vivere del proprio lavoro”. Favorevole Giuseppe Augurusa responsabile nazionale della categoria dei frontalieri della Cgil. “Il dumping salariale che quasi sempre penalizza i frontalieri non danneggia solo il lavoratore, ma anche le aziende che subiscono una concorrenza scorretta”.
In passato, l’introduzione di un salario minimo è stato oggetto di discussioni anche a livello federale. Nel 2014 l’iniziativa sui salari minimi era stata bocciata con oltre il 73% dei voti.
All’epoca l’iniziativa chiedeva l’introduzione di un salario minimo nazionale di 22 franchi all’ora. Ad oggi cinque Cantoni elvetici hanno introdotto una soglia minima di retribuzione, ovvero Neuchâtel, Giura, Ticino, Ginevra e Basilea Città.