La notte di sangue a Grosotto, il chierichetto in ospedale lotta per ritornare alla vita

Grave da cinque mesi, visita e benedizione del vescovo di Eleonora Magro

Il luogo del ritrovamento del corpo di Veronica Balsamo e nel riquadro Gianmario Lucchini

Il luogo del ritrovamento del corpo di Veronica Balsamo e nel riquadro Gianmario Lucchini

Grosotto, 2 febbraio 2015 - La neve, arrivata leggera, ha coperto il piazzale della chiesa di Roncale e la strada che sale da Grosotto attraverso il bosco. La leggera coltre quasi nasconde il dirupo dove ormai cinque mesi fa è stato ritrovato il corpo senza vita di Veronica Balsamo, e se il paese va avanti, con le preparazioni per la festa di Carnevale, il movimento quotidiano dei suoi abitanti, c’è un silenzio e una ferita profonda ancora aperta, tornata a farsi sentire qualche giorno fa, in occasione della visita pastorale del vescovo di Como, Diego Coletti.  Il presule ha voluto portare un saluto e una speciale benedizione all’altra vittima della tragedia che ha sconvolto l’intera Valtellina, il chierichetto 34enne Gianmario Lucchini, che dalla notte del 24 agosto si trova ricoverato, in coma, al quinto padiglione dell’ospedale “Morelli” di Sondalo, ferocemente colpito con un cacciavite, la stessa notte in cui morì Veronica, due episodi di cui è accusato il diciottenne Emanuele Casula, ex ragazzo della vittima ventitreenne. Monsignor Diego Coletti ha benedetto il giovane Gianmario, amato e benvoluto da tutta la comunità grosottina, ha incontrato il padre Fausto e il fratello Valentino, che costantemente vegliano e rispondono ai sorrisi e agli sguardi del familiare. Il vescovo ha poi camminato sul luogo della tragedia, a pochi passi dalla chiesetta di Roncale, misurandosi con gli infiniti perché di tutti coloro hanno calpestato il bordo del dirupo. Sullo sfondo c’è un giallo ancora da risolvere. Secondo la Procura di Sondrio il giovane apprendista saldatore di Grosotto, ora rinchiuso nel carcere di Monza, quella sera si sarebbe incontrato con la cameriera di Tiolo, andando in auto fino a Roncale, forse per cercare un po’ di intimità. Da quel momento inizia il film dell’orrore: Casula fugge da Roncale, si ribalta con l’auto e scappa a piedi, arriva al bar del paese e poi torna a casa, dove i carabinieri lo rintracciano il giorno dopo.

La stessa notte, in una baita a pochi passi dalla chiesetta di Roncale, Gianmario Lucchini viene ferito alla testa con un cacciavite e ridotto in fin di vita. Un tentato omicidio perché testimone scomodo, secondo l’accusa e a incastrare il diciottenne ci sarebbero le tracce del dna di Veronica e di Lucchini sui pantaloni della tuta che indossava quella sera, tracce del suo dna sul cacciavite che ha ferito il chierichetto, oltre ad un’impronta della scarpa di Casula sulla canottiera della ragazza. Le indagini proseguono così come le perizie: il 10 marzo ci sarà l’udienza per la discussione della seconda perizia autoptica sul corpo di Veronica, mentre il 17 febbraio si tornerà in aula per la discussione della perizia psichiatrica disposta nei confronti di Casula.