Val di Mello, accordo sul sentiero disabili: la protesta si trasforma in festa

Si sono radunati in 200 per protestare, ma alla fine nessuna rivolta: "Natura salva"

Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro

Val Masino, 19 maggio 2019 -  «La Val di Mello si è salvata, per l’ennesima volta, grazie alle 60mila persone che ce l’hanno nel cuore». Quella che doveva essere una manifestazione di protesta si è trasformata in una festa, e Jacopo Merizzi, a nome delle guide alpine della val di Mello, nel suo discorso ha sottolineato come «questa bellissima valle si sia salvata grazie a chi la porta nel cuore». Erano circa 200 le persone ieri in val di Mello, sarebbero state molte di più con meteo migliore, ma anche se la manifestazione promossa dalle guide con Mountain Wilderness Italia, Mountain Wilderness International e il Movimento per la tutela della valle fosse stata decisiva per protestare contro il tanto dibattutto percorso a misura di tutti pensato da Ersaf sulla sponda orografica sinistra del torrente Mello. Così era nato il raduno promosso all’Isola, nel tratto tra Ca’ di Carna e Cascina Piana, sul lato opposto del torrente, nell’ideale centro della valle. «Tutti in val di Mello a difendere quella traccia di sentiero minacciata da un progetto che rischia di cancellare un percorso meraviglioso e ancora intatto, nella Riserva considerata tra le più belle d’Europa» era l’appello degli organizzatori, ma qualche giorno fa si è arrivati ad una mediazione e la mobilitazione di protesta si è trasformata in una festa.

«L’assessore regionale alla Montagna, Massimo Sertori, ha confermato che il progetto pista per disabili sarà ridimensionato a “normale manutenzione” della traccia di sentiero del lato sinistro orografico della Val di Mello – hanno spiegato le guide alpine, tra i più fermi oppositori del progetto come inizialmente proposto -. Il progetto ora è più sensato e rispettoso dell’ambiente di quel lato di valle. Siamo contenti che la discussione abbia portato ad una soluzione di buon senso. Questo era ciò che chiedevamo già all’inizio delle proteste, di non creare un doppione di strada che c’è già. Niente “cattive idee”: no spianature importanti, no passerelle, no sassi sventrati e speriamo anche no gabinetti in mezzo alla valle. Una traccia che si potrà percorrere con le joelette ma non con le carrozzine. Qualcosa si farà lo stesso, si toccherà, ma comunque sarà qualcosa di “ri-mangiabile” dalla natura».