Università e montagne Studenti del Politecnico a lezione sulla frana

Cortenova: le aule per i ragazzi sono state Bindo e Rossiga, in Valsassina dove nel 2002 prima e nel 2004 poi si sono verificati i dissesti più grossi.

Università e montagne  Studenti del Politecnico  a lezione sulla frana

Università e montagne Studenti del Politecnico a lezione sulla frana

di Daniele De Salvo

Gli studenti del Politecnico a lezione di frane direttamente sul campo. Le aule dove si sono svolte le lezioni sono state Bindo e Rossiga, a Cortenova, in Valsassina, dove nel 2002 prima e nel 2004 in seguito si sono verificati alcuni dissesti, che solo per miracolo non hanno provocato vittime.

In cattedra sono saliti l’ingegner Monica Cameroni, responsabile della Protezione civile del Comune di Lecco, e Luigi Melesi, sindaco di Cortenova all’epoca degli smottamenti, insieme alle professoresse Laura Longoni e Cristiana Achille.

Diciannove universitari di Ingegneria civile che stanno seguendo un corso di Tecniche di monitoraggio del dissesto idrogeologico, hanno effettuato un sopralluogo sull’epicentro del dissesto, costituito da un accumulo di 40 milioni di metri cubi di detriti.

Le frane hanno interessato due diverse località: la prima nell’area della frazione di Bindo, mobilizzando un volume di oltre 1.100.000 metri cubi, ha raso al suolo abitazioni e fabbriche; l’altra, nella vicina Val Rossiga, ha prodotto quattro colate di 200mila metri cubi, che hanno invaso l’alveo del torrente e danneggiato alcune attività. Gli esperti hanno mostrato, oltre ai lavori di sistemazione dei versanti e regimazione delle acque, una rete di monitoraggio installata per lanciare l’allarme in caso di altre frane.

Il versante a est del Monte Cimone di Margno è infatti ancora instabile: scivola verso valle per diversi centimetri ogni anno ad una profondità di 55 metri, spostando quanto c’è sopra, come una sorta di tapis roulant.

"La rete di monitoraggio è basata su misure inclinometriche, piezometriche, distometriche e topografiche - spiegano le ricercatrici del Politecnico –. Gli studenti hanno osservato personalmente le soluzioni adottate, dalla gestione dell’emergenza fino alla definizione delle soglie di allarme attraverso i sofisticati sistemi di monitoraggio".

La rete di allerta è formata da 29 prismi topografici che trasmettono dati in real time. Tutto in anni molto difficili per le montagne, a causa anche dei cambiamenti climatici.