
CASTIONE ANDEVENNO Una targa per ricordare lui e coloro che, incuranti del pericolo e in modo disinteressato, armati soltanto dello spirito...
CASTIONE ANDEVENNOUna targa per ricordare lui e coloro che, incuranti del pericolo e in modo disinteressato, armati soltanto dello spirito antifascista e di riscatto morale degli italiani, si prodigarono in tutti i modi per salvargli la vita. La targa, posata martedì a Vendolo di Castione Andevenno, porta il nome di Riccardo Rinaldi, nel 1944 commissario del 13° distaccamento della 40^ Brigata Garibaldi "Matteotti". Era nato a Milano il 24 febbraio del 1924 e appena ventenne, giovane comunista, aveva raggiunto le montagne di Postalesio-Castione aggregandosi alle formazioni partigiane garibaldine per dare il proprio contributo alla lotta per la liberazione del nostro paese dal nazi-fascismo. Nella notte del 3 agosto 1944 ci fu un’azione partigiana contro il presidio fascista presso la diga Venina, nell’omonima valle, durante la quale il commissario Rinaldi fu gravemente ferito ai polmoni da schegge di bombe a mano e da una pallottola che gli trapassò da parte a parte il torace. Dopo aver ricevuto le prime cure a San Salvatore di Albosaggia da parte del dottor Giumelli e sui maggenghi di Postalesio, fu poi accolto e assistito nel settembre 1944 nell’abitazione della signora Nila Melè vedova Moroncelli a Vendolo e curato incessantemente per oltre due mesi dal partigiano infermiere Guido Festoli e dai dottori Emma e Fancoli. Purtroppo, una volta ristabilito, il 21 dicembre ’44 Rinaldi fu catturato proprio a Vendolo da una pattuglia della milizia fascista e condotto a Gaggio di Castione dove fu seviziato e barbaramente ucciso assieme al sondriese Alberto Pedrini, comandante della Brigata Sondrio.