Un simbolo salvato dall’incuria. Il lavatoio-gioiello memoria storica

A Somaino taglio del nastro dopo il restauro della vasca anni Trenta

Un simbolo salvato dall’incuria. Il lavatoio-gioiello memoria storica
Un simbolo salvato dall’incuria. Il lavatoio-gioiello memoria storica

Mentre a Como, la città del Razionalismo, l’asilo Sant’Elia che è uno dei monumenti simbolo di questo movimento architettonico è chiuso da tre anni e mezzo, a Olgiate si preparano a inaugurare la fine dei lavori al lavatoio di Somaino, un piccolo gioiello architettonico risalente agli anni ’30, salvato dall’incuria. Due storie simili, ma dall’esito diametralmente opposto, a partire dai protagonisti: Giuseppe Terragni, il “padre“ del Razionalismo che realizzò l’asilo, e il fratello Attilio, ingegnere, che si occupò del lavatoio.

"Abbiamo scelto il giorno della Festa d’Autunno per riconsegnare al quartiere Somaino questo luogo simbolo – spiega il sindaco Simone Moretti che oggi alle 11 taglierà il nastro – Un lavoro portato avanti nel primo mandato per cui abbiamo ottenuto un doppio finanziamento sia per la progettazione sia per la riqualificazione, e finanziato nel secondo mandato". L’opera fu commissionata ad Attilio Terragni all’inizio degli anni ’30, quando la frazione contava 250 abitanti per un quaranta famiglie. Alla realizzazione partecipò anche un altro gigante del Razionalismo lariano, l’ingegner Luigi Renato Uslenghi, che collaborò con lo studio Terragni anche per i calcoli del cemento armato del Monumento ai Caduti di Como e delle Case del Fascio di Como e Lissone. All’epoca la realizzazione costò 8.300 lire.

"La costruzione – si legge nel progetto originale, conservato negli archivi – per conseguenza è semplicissima e si intona all’ambiente rustico della frazione, pur avendo una disponibilità di 24 comodi posti. L’acqua veniva captata e convogliata nella grande vasca centrale in cemento". Rispetto al progetto originario, nella ristrutturazione il cemento è stato sostituito in parte da tegole. "La vasca era delimitata da un piano continuo inclinato, in pietra di Moltrasio, su cui si lavavano e risciacquavano gli indumenti. Da allora fino agli anni 90, il lavatoio è sempre stato utilizzato dalle donne del paese, subendo anche varie trasformazioni. Successivamente è stato sempre più abbandonato, ma finalmente siamo riusciti a rimetterlo a nuovo restituendo a Somaino uno spazio di aggregazione e di memoria".

Roberto Canali