di Beatrice Raspa
La morte di Michela Marelli, la quarantaseienne che giovedì pomeriggio è stata trovata dai familiari senza vita nella piscina di casa, ha fatto registrare degli sviluppi giudiziari. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e ha iscritto al registro degli indagati il marito della donna. L’iscrizione allo stato appare un “atto dovuto“, tesa a permettere l’espletamento di tutti gli accertamenti necessari per ricostruire con chiarezza le circostanze in cui si è consumato il dramma, che in ogni caso è ritenuto senza ombra di dubbio di natura accidentale.
La donna, affetta da una grave patologia neurodegenerativa, a quanto è stato ricostruito finora quando è scivolata in acqua si trovava da sola nella villetta bifamiliare di via dei Partigiani a Collebeato. A trovarla morta alle 17,30 sono stati proprio il compagno, che tornava dal turno di lavoro all’Iveco, e la figlia sedicenne, rientrata a casa dall’oratorio insieme al padre. Il corpo galleggiava da qualche tempo, si ipotizza un paio d’ore.
L’allarme disperato lanciato al 112, che ha inviato sul posto i soccorritori, non è servito a nulla: Marelli era ormai deceduta.
L’indagine mira appunto a ricostruire eventuali responsabilità, e a verificare se l’incidente - perché appunto di certo di incidente si è trattato - poteva essere evitato. Impiegata in smart working, la signora per ragioni di salute pare fosse soggetta alle cadute frequenti. Per questo in assenza del marito e della figlia in genere rimaneva in compagnia del suocero o di altri parenti.
L’altro ieri però non c’era nessuno con lei e questa circostanza potrebbe aver avuto un’influenza diretta nella tragedia. Il prossimo, dirimente passaggio, sarà quello di cristallizzare le cause del decesso. Per questo il sostituto Antonio Bassolino ha deciso di disporre l’autopsia, fissata per il 28 giugno. L’esito si riverbererà anche sulle possibili responsabilità omissive (in termini di mancata sorveglianza della vittima). Michela Marelli potrebbe infatti essere stata colpita da un malore e poi scivolata in piscina - e in tal caso la tragica fatalità sarebbe stata inevitabile, anche se in casa fosse stato presente qualcuno - oppure la donna potrebbe essere annegata dopo una caduta in acqua proprio a causa dello scarso equilibrio. O ancora, c’è un terzo scenario: potrebbe essere scivolata sul bordo della vasca, aver picchiato la testa - quindi la morte essere conseguenza del trauma cranico - e da ultimo volata in piscina. Nelle prossime ore sarà tutto più chiaro.