
Transumanza
Lanzada (Sondrio), 6 settembre 2020 - L’estate va verso la fine. Le piogge della settimana scorsa hanno segnato la stagione e le belle giornate calde sono ormai un lontano ricordo. Anche sui pascoli alti si inizia a fare i conti con il tempo che scorre. Gli alpeggiatori, dopo mesi in quota, cominciano a condurre i propri animali verso valle.
In questi giorni, chi si ritrova a percorrere la strada che dalle dighe conduce a Lanzada può incappare nei pastori e nei loro capi. Le vacche sono grasse di erba di prima qualità d’alta quota. Negli ultimi mesi hanno fornito alle valli latte, burro, formaggi e latticini vari di prim’ordine. Mesi di fatica e sacrificio, ricchi, però, di soddisfazione. Ora però, è giunto il momento di rientrare. Al termine della transumanza, per due-tre sere non si potranno produrre il burro e il solito formaggio. Questo perché le vacche sono «stracche» (stanche) per il cammino percorso. Le mucche risultano infatti affaticate e, di conseguenza, anche il latte è «stressato». Si può però realizzare il famoso stracchino, fino a che, dopo due-tre pasti, gli animali non si saranno rimessi. Allora la produzione riprenderà regolarmente.
Graziano Gianoli, insieme al cognato Angelo, è partito alle 9 dall’Alpe Gembrè con le loro 6 mucche. Si sono fermati solamente per pranzare e far riposare gli animali che ne hanno approfittato per pascolare. Dopo ore di cammino, nel primo pomeriggio, sono arrivati a L’Ua. Le sorelle Paola e Rosa invece, hanno «chiuso» l’alpeggio. Fino a mezzogiorno Paola ha ultimato la preparazione del burro, mentre Rosa ha pulito e sistemato. Le due infine, dopo aver terminato le varie faccende, si sono incamminate verso L’Ua, cariche, tra le altre cose, di tende, lenzuola e copriletti da lavare. «Chi va con le mucche deve andare «vuoto» – afferma Rosa Gianoli – ha con sé soltanto due panini, il necessario per un pasto leggero. Così io e Paola abbiamo portato con noi il necessario. Poi, dopo aver lavato il tutto lo riporterò in alpeggio: in questo modo sarà pronto per la prossima estate». Il sentiero che dall’alpe Gembrè conduce a Campo Moro è irto e faticoso, con tratti estremamente impervi: «Siamo arrivate gobbe – riprende Rosa Gianoli – ma è andato tutto bene. Siamo giunte a L’Ua verso le 16,30. Rimarremo qui finché la stagione lo permetterà, poi scenderemo ancora».