
La convivente fu interrogata a lungo dai carabinieri la sera stessa del ritrovamento dell’anziano morto nella sua abitazione
Talamona (Sondrio) – Morte naturale. È destinato a stingersi in modo definitivo nei prossimi giorni il giallo legato alla morte di Mario Ciaponi, il pensionato di 77 anni di Talamona che il 15 dicembre dello scorso anno fu trovato senza vita, in una pozza di sangue, in fondo alle scale della sua abitazione di via Don Cusini attualmente ancora sotto sequestro.
A trovare l’uomo esanime fu la convivente, Teresa Possidente, 63 anni, al rientro da una gita a Milano. Ma che cosa fece ruzzolare Ciaponi? Incidente domestico causato da un malore improvviso o qualcosa di diverso, magari una spinta ben assestata? Le voci in paese cominciarono a rincorrersi e più di un mormorio riguardava proprio la responsabilità di quella donna molto più giovane di Mario, che viveva con lui - ma sarebbe forse più opportuno dire “viveva da lui” – da 18 anni e, pare, ultimamente non lo trattasse neppure nel migliore dei modi, a detta di quanto ebbe a dire lo stesso pensionato ad alcuni conoscenti.
Teresa fu interrogata a lungo dai Carabinieri la sera stessa del ritrovamento di Ciaponi senza vita e la Procura proprio per chiarire le cause del decesso dispose che venisse effettuata l’autopsia. Se ne occupò il dottor Luca Tajana dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia e l’esito dell’esame, conferma il procuratore della Repubblica di Sondrio Piero Basilone, nella relazione depositata attesta appunto la morte naturale dell’anziano. Ciaponi, già affetto da cardiopatia ischemico-ipertensiva cronica, è morto per Sca, ovvero Sindrome coronarica acuta, condizione che si verifica quando l’ostruzione improvvisa di una coronaria causa una riduzione dell’afflusso di sangue al cuore. Un elemento, questo della morte naturale, che potrebbe determinare la Procura a chiudere il caso rapidamente e a spazzare via qualsiasi dubbio anche sulla posizione della convivente che, difesa dall’avvocato Corrado Boiani, risulta indagata a piede libero con l’ipotesi di omicidio volontario. Possidente fu anche convocata in Procura per essere interrogata, ma allora si avvalse della facoltà di non rispondere. “La mia assistita ha sempre dichiarato la propria estraneità”, ribadisce il suo legale.