Sondrio, dramma in via Torelli: "Venite, ho ucciso mia sorella"

Confessione choc: un 73enne ha confessato l'omicidio della sorella 87enne. "Non volevo soffrisse più"

L’anatomopatologo Paolo Tricomi di Lecco mentre lascia  la palazzina di via Torelli teatro dell’omicidio

L’anatomopatologo Paolo Tricomi di Lecco mentre lascia la palazzina di via Torelli teatro dell’omicidio

Sondrio, 9 aprile 2019 - «Venite, fate presto, ho fatto una cosa terribile, ho ucciso mia sorella». Poche parole per denunciare quello che aveva appena fatto, per costituirsi e confessare l’omicidio della sorella anziana e malata.

Ieri mattina il quartiere Sud Ovest della città di Sondrio si è svegliato con un dramma difficile da immaginare. Giulio Paganoni, 73 anni, ha ucciso, strangolandola con le sue mani, la sorella Andreina, 87 anni. Fratello e sorella vivevano insieme in via Torelli 61, in una delle palazzine a sei piani poco lontano dal Bocciodromo. Lui, dipendente dell’Enel in pensione, si prendeva cura dell’anziana sorella, che non era disabile ma qualche anno fa aveva avuto un ictus che ne aveva compromesso le condizioni di salute e la capacità di prendersi cura di se stessa.

«Giulio è una persona cordiale, solitaria e silenziosa, ma assolutamente per bene – raccontano sotto choc i vicini di casa, raggiunti in mattinata dalla terribile notizia -. Andreina un’anziana molto dolce, sempre con il sorriso, la si incontrava spesso mentre passeggiava con il suo bastone attorno al palazzo. Ultimamente aveva perso qualche colpo, ma salutava sempre con cordialità. Non riusciamo a spiegarci cosa sia accaduto».

Difficile dirlo al momento con esattezza. Partiamo dalle certezze. All’alba di ieri mattina, prima delle 7, arriva un’inquietante telefonata al 112. A farla è Giulio Paganoni, che racconta all’operatore del Numero unico di emergenza di aver ucciso l’anziana sorella. In pochi minuti nell’appartamento di via Torelli 61 arrivano gli agenti della Squadra Volante della Questura di Sondrio, che trovano il cadavere di Andreina Paganoni. Ad aprire la porta ai poliziotti il 73enne sondriese, che viene poi accompagnato in Questura per essere ascoltato. Nel frattempo, gli agenti della Polizia Scientifica effettuano tutti i rilievi necessari e, in tarda mattinata, la salma della 87enne viene portata via dalla sua casa, ricomposta presso la camera mortuaria dell’ospedale di Sondrio. È morta per asfissia, non ci sono dubbi. È lo stesso Giulio Paganoni a raccontare come l’ha uccisa. «L’ho strangolata con le mie mani», racconta agli inquirenti, accanto a lui il legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe Romualdi, che ne ha assunto la difesa.

Dopo aver reso una piena confessione, il 73enne è stato sottoposto a fermo di Polizia giudiziaria per decisione del Pubblico ministero di turno, il dottor Antonio Cristillo, e condotto nel carcere di via Caimi, dove è stato rinchiuso in attesa dell’interrogatorio di convalida del fermo, in programma tra oggi e domani in tribunale. L’accusa è di omicidio volontario. Ancora da chiarire, e forse lo farà davanti al Gip, il movente del delitto, che sembrerebbe da ricercare nelle precarie condizioni di salute della donna. I due fratelli, entrambi mai sposati e senza figli, vivevano insieme e forse l’uomo non riusciva più ad occuparsi dell’anziana sorella, le cui condizioni di salute erano peggiorate dopo aver avuto un ictus. Alcuni vicini raccontano che, pochi giorni fa, Giulio Paganoni aveva espresso l’intenzione di assumere una badante per occuparsi di Andreina. Ma ieri mattina il tragico e inaspettato epilogo.