
Sicurezza e abitati di montagna: "Serve più copertura telefonica"
La presenza del segnale telefonico può salvare vite. In montagna, spesso, a quote più o meno alte i cellulari non prendono campo e quindi sono inutilizzabili per chiedere aiuto. È successo molte volte, infatti, che persone in difficoltà non siano riuscite a chiamare per un pronto intervento dei mezzi di soccorso o abbiamo dovuto percorrere centinaia di metri, con le difficoltà del caso essendo in montagna per chiedere aiuto.
Nei giorni scorsi è stata approvata dal Consiglio regionale della Lombardia la mozione circa le "Misure per il potenziamento del segnale telefonico sul territorio della Regione Lombardia". In merito è intervenuto in aula il consigliere regionale della Lega, la valchiavennasca Silvana Snider, membro della commissione speciale "Valorizzazione e tutele dei territori montani e di confine-Rapporti tra Lombardia e Confederazione Svizzera" su una problematica che interessa parecchio Valtellina e della Valchiavenna. Nel documento si chiede alla giunta regionale di attivarsi per far sì che i gestori telefonici intervengano per potenziare questi servizi anche ad alte quote e, in generale, nelle zone dove non c’è segnale o dove il segnale è discontinuo. "Bene l’approvazione di questo testo che invita la giunta Fontana a confrontarsi con il Governo per adottare misure affinché i gestori telefonici investano per garantire la copertura di tutto il territorio regionale, compresa la copertura del numero unico emergenze 112 – dice la Snider -. È infatti indispensabile garantire il collegamento telefonico soprattutto in montagna e nelle zone rurali, luoghi a bassa densità abitativa dove il segnale è spesso scarso o del tutto assente. Infatti, in questi luoghi, dove si vive e si lavora, oltre a essere meta di escursionisti, sono ancora necessari interventi per garantire la copertura telefonica come nel resto della Regione".
Oltre che per favorire le chiamate di emergenza degli escursionisti, questi interventi sono importanti anche per la popolazione di queste zone rurali che, in caso di bisogno, non possono usufruire di un servizio, a volte essenziali. "Ricordo in particolare modo le piccole frazioni, gli alpeggi e i maggenghi, questo soprattutto per garantire la sicurezza di chi presidia e mantiene vivi i territori montani" conclude. Fulvio D’Eri