Si abbatte l’ex cementificio, covo di spacciatori

Migration

"A mali estremi estremi rimedi" verrebbe da dire di fronte alla decisione di abbattere le strutture della Cementeria nel bosco tra Merone e Monguzzo. Costruite, in alcuni casi ben oltre 50 anni fa, per trasportare il clinker estratto sul Cornizzolo i piloni e i nastri trasportatori dell’impianto sono diventati negli ultimi 2 anni un rifugio per gli spacciatori. Tutto è cominciato nel corso del primo lockdown, quando attorno alla stazione i residenti hanno iniziato a notare movimenti strani di persone, giovani e in qualche caso giovanissimi, che scendevano dai convogli e si incamminavano lungo la massicciata, diretti verso i boschi di Baggero, al confine con Monguzzo.

Non c’è voluto molto per scoprire che si trattava di tossicodipendenti dalla provincia di Lecco, la Brianza, il Comasco e in qualche caso da Milanese richiamati dal passa parola nato attorno all’ennesimo bosco della droga. Da allora sono trascorsi 2 anni, ma nonostante le retate periodiche di polizia e carabinieri nei boschi attorno al paese si continua a spacciare e così il sindaco, Giovanni Vanossi, ha chiesto aiuto alla Holcim per un’intesa per abbattere le strutture della Cementeria diventate un rifugio per i malviventi. La multinazionale elvetico-francese ha ceduto gratuitamente al Comune un’area di oltre 6mila mq e si è impegnata a compiere i lavori di smantellamento, iniziati ora, cancellando le ultime tracce dei manufatti di archeologia industriale, finite nel più completo degrado. Ro.Can.