
Marco Scaramellini, sindaco di Sondrio
Sondrio, 18 gennaio 2021 - "L'emergenza è sanitaria ma anche economica e per la montagna, che deve rinunciare alla stagione dello sci, la zona rossa e la perdurante situazione d'incertezza significano disastro. I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi, scriveva Goethe, ma questo è il momento di far sentire la nostra voce. Non un lamento, ma un richiamo affinché chi decide guardi alle possibili conseguenze, perché se in estate ci sono le spiagge da difendere, in inverno ci sono le piste da sci e bloccarle significa chiudere l'intero comparto turistico. Chiusi gli impianti da sci, chiusi gli alberghi, chiusi bar e ristoranti, chiusi i negozi: si blocca l'indotto artigianale e tutti gli stagionali rimangono senza lavoro". È il grido d'allarme di oggi, lunedì 18 gennaio, del sindaco di centrodestra di Sondrio, Marco Scaramellini.
"Un sistema economico messo in ginocchio - sottolinea il primo cittadino - che chissà quando e chissà come potrà rialzarsi: siamo seriamente preoccupati e vorremmo che le nostre esigenze fossero considerate. La montagna è un territorio svantaggiato e spesso ci si dimentica che vive di turismo, fermarlo significa decretarne la morte. Tutti siamo preoccupati per questo virus, ma vediamo troppe disparità di trattamento: sembra che la salute sia in pericolo soltanto in montagna, dove peraltro gli spazi sconfinati garantiscono un distanziamento automatico. Chiediamo rispetto e attenzione, pari dignità rispetto ad altri territori, per non sentirci figli di un Dio minore".
Il pubblico amministratore del capoluogo della Valtellina invoca "provvedimenti speciali per le aree montane che vivono di turismo, aiuti adeguati per sostenere chi non ce la fa adesso e per gettare le basi per la ripartenza. Magari evitando il balletto di aprire e chiudere, di colorare le zone sulla base di dati non aggiornati. Bene ha fatto il presidente Attilio Fontana a sollevare la questione e a chiedere che la zona rossa venga rivista".