San Gottardo più bella dopo restauro e pandemia

Presente in chiesa alla festa il cardinale Coccopalmerio che sulla guerra ha detto: "Speriamo in papa Francesco"

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Uno sguardo colmo di amorevole accoglienza e il sorriso benevolo di chi sa capire nel silenzio del non detto. Così il cardinale Francesco Coccopalmerio è giunto a Sernio mercoledì per la riapertura ufficiale della maestosa chiesa di San Gottardo dopo ben due anni di stop causa pandemia e il sapiente restauro effettuato gli scorsi mesi. Una cerimonia in grande stile per la tradizionale festa del santo. Una giornatapromossa dalla parrocchia di Sernio guidata da don Giovanni Villa, parroco dei "Sei campanili". Per Coccopalmerio, cittadino onorario del Comune, un abbraccio corale, sentito, commosso. Segno di tangibile gratitudine da parte dell’intera comunità di fedeli. Un incontro di fraternità, autenticità e preghiera. Per i devoti di Sernio sua eminenza è semplicemente l’amato "don Francesco". Quell’uomo di chiesa capace di ascoltare con profonda sensibilità, lungimiranza e purezza le tribulazioni di chi in lui cerca conforto. Quel conforto raro oggigiorno che il cardinale ha trasmesso ai presenti anche durante l’omelia nel suo stile pacato e generoso. Coccopalmerio ha ricordato San Gottardo. Ha pregato con e per la gente rammentando le ferite e i doni dell’esistenza. L’importanza di restare uniti e aperti al dialogo. Una fede pervicace forte come roccia. Come le mura di San Gottardo ogni volta ricostruite dalla fede del popolo in caso di danneggiamento. Una amicizia con Sernio quella di Coccopalmerio tradotta in opere concrete. "Sono molto legato a questa chiesa e ai residenti di Sernio" ha dichiarato il cardinale aggiungendo, in merito ai fatti di stretta attualità e alla guerra in corso, "mi auguro che le parole del Papa vengano ascoltate". Malcelata emozione e giustificato orgoglio da parte del sindaco di Sernio Severino Bongiolatti. G.G.