Sale da gioco, "giusti i limiti d’orario"

Il Tar aveva bocciato l’ordinanza del sindaco perché non sussisteva un’emergenza. Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune

Un sindaco è legittimato ad adottare ordinanze di regolazione degli orari delle sale gioco. È la motivazione con cui il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di Arcene, ribaltando la sentenza del Tar che aveva bocciato l’ordinanza con cui erano stati imposti limiti d’orario all’attività di gioco d’azzardo. La pronuncia ha un’importante valenza per tutta la Pianura bergamasca, visto che l’ordinanza del sindaco Roberto Ravanelli era stata emanata in applicazione del regolamento contro il gioco d’azzardo patologico, varato nella primavera del 2019 dall’Ambito di Treviglio, di cui fanno parte 18 Comuni. In seguito la Federazione italiana tabaccai (Fit) si era rivolta al Tar contro i Comuni che lo avevano applicato. E i giudici avano sempre dato ragione alla Fit, sostenendo che i dati sul territorio dei giocatori patologici non corroboravano l’esistenza nella Bassa Bergamasca di una situazione di emergenza tale da giustificare la limitazione di attività economiche. I Comuni coinvolti, a loro volta, avevano fatto ricorso al Consiglio di Stato. "È una buona notizia per tutti – sottolinea il sindaco Ravanelli –. A mio avviso la sentenza del Tar era sbagliata". Per il Consiglio di Stato "va considerata la tendenza registrata nel periodo considerato", che "induce allarme". M.A.