Sabrina Dell'Agostino
«Si parla tanto di “Codice Rosso“, si fanno cerimonie d’inaugurazione per l’installazione di panchine con le scarpette che richiamano il fenomeno e poi in realtà che si fa, per proteggere le vittime di violenze? Tante volte ci si dimentica di loro". Lo afferma Mario Varisto, il tipografo 53enne che da qualche tempo aveva allacciato una relazione con la 48enne Sabrina Dell’Agostino, la donna suicida nella sua casa di Ardenno lo scorso maggio. "L’avvocato di lei, Valentina Baruffi, aveva fatto denuncia di scomparsa mercoledì 11 maggio - ricorda l’uomo - e non è stato fatto nulla per cercarla.
Fu ritrovata morta il sabato dal legale che fece accesso all’abitazione, alla quale prima avevano solo suonato il campanello. Inascoltata, stalkerizzata dal suo precedente convivente che temeva potesse ancora farle del male, dopo l’esito dell’incidente probatorio, lamentava che a pagare fosse lei, a cui avevano sottratto i due bimbi per quel goffo tentativo d’inscenare un suicidio col gas in casa, e non lui che la violentava e maltrattava. Che fine ha fatto, a distanza di mesi, il procedimento a suo carico ? Lei, dopo la coraggiosa denuncia, non era stata ascoltata e perdeva fiducia, sino a maturare la decisione di uccidersi".
"Si tolse la vita - sostiene il legale Baruffi - non perchè animata da una forte volontà suicidiaria. Siamo di fronte a un chiaro caso di morte in conseguenza di un altro reato. Mi auguro di avere risposte giuste dalla giustizia, non per me, ma per i figlioletti di Sabrina che non hanno più la mamma". E l’anatomopatologa Elena Invernizzi, che eseguì l’autopsia, scrisse che il decesso poteva essere avvenuto "almeno 12 ore prima rispetto al ritrovamento del corpo, pertanto alle 15 del 14 maggio". Se fosse stata cercata poteva salvarsi ? La Procura, sulla vicenda che ha sempre definito complessa, sarebbe ora pronta a dare le risposte, definito il caso.