
Fino a marzo lavorava all’ospedale di Merate. Era uno dei giovani chirurghi esperti più apprezzati e promettenti. Poi è scappato dall’Asst di Lecco, come tanti, prima e dopo di lui. "Ero fiero di lavorare al San Leopoldo Mandic, un fiore all’occhiello della sanità lombarda – racconta pubblicamente Andrea Locatelli, 42 anni, 10 dei quali al lavoro in corsia nel reparto di Chirurgia e nelle sale operatorie del nosocomio brianzolo, che adesso presta servizio all’istituto Poliambulanza di Brescia -. Ultimamente però sono arrivato a vergognarmene".
Il motivo? "Amministratori miopi o addirittura in malafede e nomine di incapaci", spiega senza mezzi termini. "Bisogna che noi cittadini meratesi e abitanti di zone limitrofe ci riprendiamo il nostro ospedale", lancia l’appello il chirurgo, tra i 4mila firmatari in continuo aumento che in appena 24 ore hanno già sottoscritto una petizione online per chiedere di salvare e sostenere l’ospedale di Merate, prima che chiudano altri servizi e strutture e se ne vadano altri professionisti della sanità. Lui è anche pronto a tornarci al San Leopoldo Mandic, ma ad una condizione: "Sarei contento di poter ritornare a lavorare nel mio ospedale, a patto che vi sia una totale inversione di tendenza". Al momento però non si intravedono cambiamenti imminenti: il direttore generale Paolo Favini rimarrà infatti in carica fino alla scadenza del suo mandato a fine dicembre, forse anche oltre, fino ai primi mesi del 2024, sebbene in tanti ne chiedano la rimozione immediata per dare l’invocato segnale di discontinuità, come succede quando si cambia l’allenatore di una squadra che rischia la retrocessione.
D.D.S.