Rinasce il turismo in Lombardia ma i dipendenti sono sempre meno

La provincia che arranca di più è quella di Sondrio che ha registrato il 9,1% di occupati in meno nel corso dell’ultimo anno per effetto della stagione invernale che è praticamente saltata

di Roberto Canali

Aumentano le attività, ma diminuiscono i dipendenti del turismo in Lombardia che mai come quest’anno spera nel ritorno degli stranieri per tornare a far decollare i propri affari. Ne va del benessere di tutti perché anche nella regione "locomotiva d’Europa" l’industria delle vacanze rappresenta una fetta importante delle attività produttive, soprattutto nel comparto artigiano, e dà lavoro al 7,6% dei lombardi occupati in un indotto che oltre ad alberghi e agenzie di viaggio comprende anche bar e ristoranti.

A fare da spartiacque per il turismo in Lombardia è stato Expo2015 che ha fatto da volano a un settore che è forte delle presenze straniere, ma anche del turismo interno, italiano e anche interno alla regione stessa, alimentato dall’esodo dalle grandi città che si particolarmente intenso durante i week-end e vede come direttrici privilegiate i laghi, le città d’arte e naturalmente la montagna. In termini assoluti le attività del settore turistico sono aumentate del 9,6% negli ultimi 5 anni, passando da 74.234 a 81.335, nonostante il Covid che negli ultimi due anni inferto un durissimo colpo all’intero settore che già a partire dal week-end di Pasqua spera di tornare a sorridere, anche grazie alle ultime direttive in materia di greenpass e mascherine che finalmente non sono più necessarie per chi rimane all’aperto. Dopo un 2020 segnato dai lockdown che hanno paralizzato l’intero settore nel 2021 si sono notati i primi segnali di ripresa e le attività sono tornate a riaprire, addirittura con un aumento dell’1,5% rispetto all’anno prima, segnato è bene dirlo, da un numero considerevole di chiusure.

Le province che hanno segnato le performance migliori sono Varese (+3%), Lecco (+3,6%) e Como (+2,7%), seguite da Cremona (+2,6%) e Sondrio (+1,9%). Seguono le altre lombarde in sostanziale tenuta con l’eccezione di Lodi e Mantova che pagano ancora gli effetti del Covid e registrano rispettivamente -0,2% e -0,5%. La ripresa economica non è ancora coincisa però con un aumento dell’occupazione, in un settore che in Lombardia dà lavoro a 283.822 addetti, pari al 7,6% degli occupati. Negli ultimi cinque anni il loro numero è cresciuto dell’11,7%, ma molti sono finti in cassaintegrazione e poi hanno perso il lavoro nel corso del 2020, per non parlare degli stagionali che hanno perso almeno un anno di lavoro. Il dato lombardo è ancora in deficit: - 2,1% di occupati in meno nel corso del 2021. La provincia che arranca di più è quella di Sondrio che ha registrato addirittura il 9,1% di occupati in meno nel corso dell’ultimo anno, per effetto della stagione invernale che è praticamente saltata per colpa del Covid. Segno negativo anche per Milano (-3,9%), Mantova (-2,8%), Pavia (-2,5%), Varese (-3,9%), Bergamo (-2,6%). Si salva Como che registra un lusinghiero +2,3%, Cremona che registra addirittura un +3,7%, Lodi +1,4%, Lecco +1,2%, Brescia +1,3%.