Piscine, la prima mina per il sindaco

Disabili senza il servizio se Palazzo Cernezzi confermerà la chiusura del polo di via Del Dos in attesa di rifare la gara

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di Roberto Canali

Rischia di essere il pasticcio di via Del Dos il primo scoglio per il sindaco Rapinese, e non soltanto perché di mezzo ci sono due piscine che vengono utilizzate per la riabilitazione e la psicomotricità in acqua dei disabili.

In ballo ci sono i diritti, negati, il primo dal 1995 a oggi, indispensabile dopo che Anac ha certificato che il piano così com’è stato formulato dagli uffici non sta in piedi.

Ieri mattina all’incontro organizzato dalla Cooperativa sociale Colisseum, che ha sollevato il caso delle piscine di fronte all’Autorità nazionale anticorruzione, si è presentato anche il sindaco che però stavolta si è preso anche qualche critica, soprattutto perché non ha saputo rassicurare i genitori dei ragazzi disabili e gli educatori, i tecnici e il personale che gravita attorno alla struttura, una trentina di persone in tutto, che rischia di rimanere senza lavoro.

"Prometto che nessun disabile rimarrà senza servizi garantiti – ha spiegato Rapinese sottolineando che sulla soluzione dell’appalto di via Del Dos ci gioca la faccia – siano essi di Como e di qualsiasi altra parte. Piuttosto li porteremo in altre strutture con un elicottero. Il 16 settembre quando si riaprirà in corrispondenza con l’avvio delle scuole noi ci saremo".

"Se si riuscirà - ha poi aggiunto - a sanare la situazione legata al bando bene, altrimenti stiamo studiando un piano B".

Quindi ha garantito davanti ai presenti: "Di sicuro terremo in grande considerazioni le indicazioni che sono arrivate da Anac che per me sono come la Bibbia".

Rassicurazioni che però non parse sufficienti ai soci della cooperativa e ai genitori che dal sindaco volevano sapere cosa succederà dopo il 31 luglio, una domanda per nulla banale a Como dove di solito le piscine chiudono per non riaprire più com’è accaduto nel passato recente a Muggiò.

"Qui vengono non solo persone disabili ma anche circa 200 persone che hanno altre necessità - ha sottolineato il presidente di Colisseum, Gabriele Romanò - Da chi deve fare riabilitazione in acqua, a chi entra con una sedia a rotelle in acqua e altro. Non tutte le piscine del territorio, seppur perfette per i servizi offerti, lo sono altrettanto per certi bisogni specifici".