"Pesano il nanismo della imprese e la media qualità"

Il turismo in montagna è una certezza e dispone anche di enormi risorse e grandi opportunità di crescita. "C’è una...

"Pesano il nanismo della imprese e la media qualità"

"Pesano il nanismo della imprese e la media qualità"

Il turismo in montagna è una certezza e dispone anche di enormi risorse e grandi opportunità di crescita. "C’è una montagna del non più, perché ormai ha lacune nel funzionamento, e una del non ancora, di cui si vedono le avvisaglie ma che per affermarsi ha bisogno di un cambiamento culturale che potrebbe richiedere decenni. Non sono più tanto rare le realtà imprenditoriali che puntano su una domanda che, sempre più spesso, cerca un rapporto intenso con la montagna che senza l’industria del turismo bianco e senza una visione territoriale non può garantire". Questo il pensiero di Roberto Pinna, direttore del consorzio turistico Sondrio e Valmalenco (foto).

"Nonostante da molte parti si richiami alla sostenibilità, le visioni sulla montagna saranno sempre più polarizzate soprattutto in questo periodo, con lo straordinario acceleratore delle Olimpiadi, verso il sostegno all’attuale modello fino all’ultimo fiocco di neve. I centri delle medie quote, come parte dei comprensori valtellinesi, hanno un bisogno disperato, oltre che di neve, anche di alternative per sostenere un territorio". Le località sotto i 1.700 m. vedranno sempre meno neve. Cosa resta per la crescita di una comunità la cui economia ha vissuto da tempo un vero e proprio cambiamento strutturale? "Variazioni nella crescita del settore turistico non paiono influenzare in alcun modo i futuri valori del tasso di crescita del Pil pro-capite, che evidenzia comunque un basso reinvestimento in un settore che soffre di una elevata stagionalità e una difficoltà di attrarre una tipologia di visitatori con redditi elevati. Ciò è dovuto, anche al nanismo delle imprese turistiche locali e alla media qualità dell’offerta". F.D’E.