"Ora cresce l’emergenza alloggi E i profughi vorrebbero lavorare"

L’Sos di Natalyia Cholak: a Gussago presiede l’associazione Nalyida che aiuta i bimbi ucraini con gravi malattie

di Federica Pacella

Le richieste per trovare un alloggio da parte di chi è fermo in Polonia o Slovenia continuano ad arrivare, 2, 3 al giorno. "Ma è sempre più difficile trovare una sistemazione. Iniziamo anche ad avere richieste da parte di chi è già qui per cambiare abitazione, perché gli alloggi sono troppo piccoli o perché chi ospita non può più mantenere questo impegno a lungo". Natalyia Cholak è arrivata in Italia 18 anni fa da Chernivtsi. Ora abita a Gussago, nell’hinterland di Brescia, dove presiede l’associazione Nalyida, che si occupa di bambini ucraini con gravi patologie. Dal 24 febbraio, a questo si è affiancata l’attività incessante di contatto tra ucraini in fuga e bresciani disposti a offrire accoglienza. "Ho un po’ perso il conto, credo di aver aiutato una settantina di persone", spiega Natalyia. Quella che doveva essere una fase di emergenza si è prolungata, senza alcun aiuto per chi ospita né per i profughi. "L’Italia è l’unico Paese che non sta facendo nulla – è il suo sfogo –. Perché non è stato fatto un progetto, ad esempio, per facilitare gli affitti? Tanti potrebbero permetterselo, quasi si vergognano a togliere posto a chi ne ha più bisogno".

Dei 300 euro per 3 mesi che dovevano essere destinati ai profughi, ancora non c’è l’ombra; tanti vorrebbero lavorare, ma è difficile se non si conosce la lingua e se non si ha una chiara idea di quanto durerà ancora la permanenza. "Le persone sono un po’ esasperate, spero che lo Stato intervenga presto", l’auspicio di Natalyia. Ora l’emergenza è per due mamme con 3 bambini che devono al più presto lasciare l’alloggio, perché chi li ospita non può farlo ancora a lungo. "Ci sono tanti appartamenti sfitti, anche pubblici, non si capisce perché non li si possano usare per l’accoglienza temporanea di queste persone". Natalyia stessa sta ospitando la sua famiglia. "Mia figlia, di 4 anni, è felice, pensa siano venuti tutti a Gussago per stare con lei. Subito sono andata a prendere i miei 3 nipoti – racconta –. Ho sperimentato in prima persona che i controlli sui minori non accompagnati da genitori funzionano: non so quante ore mi hanno tenuta in Questura".

Presto però dovranno lasciare il bilocale, destinazione Passirano. "Speravamo si riuscisse a trovare una sistemazione qui vicino, visto che i più piccoli sono inseriti nelle scuole del paese. Ora dovranno cambiare di nuovo istituto". Nonostante le preoccupazioni, Natalyia non perde il sorriso. "C’è tanta stanchezza, ma poi penso a chi è in Ucraina e passa anche quella. Nel conflitto ho già perso due persone che conoscevo. Io credo sia in atto un vero genocidio".