Omicidio di Grosotto, parla il padre di Veronica: "Chi uccide è sempre pazzo?"

Le reazioni della famiglia Balsamo dopo la confessione di Emanuele Casula e la relazione del perito nominato dal giudice

Al centro i genitori di Veronica Balsamo

Al centro i genitori di Veronica Balsamo

Grosotto, 19 febbraio 2015 - "Non era il fidanzato di Veronica. Non sapevo neanche che faccia avesse, né lui né i suoi genitori, non conosco nessuno della sua famiglia. Mai visto ne sentito nessuno neanche per le condoglianze”. Giancarlo Balsamo, padre della 23enne di Tiolo, frazione di Grosio, trovata senza vita il 24 agosto scorso in un dirupo a fianco della chiesa di Roncale, a Grosotto, sapeva che l’assassino era il 18enne Emanuele Casula che ora ha finalmente confessato l’omicidio della giovane e il tentato omicidio di Gianmario Lucchini, il chierichetto di 35 anni, tuttora in coma al Morelli di Sondalo.

Ma ora l’attenzione dei periti si concentra sullo stato psichico dell’apprendista saldatore di Grosotto e dalla relazione presentata dallo psichiatra lecchese Giuseppe Giunta, perito nominato dal giudice, è infatti emerso che il giovane quella sera non era pienamente capace di intendere e di volere, poiché affetto da un disturbo psicotico secondario al consumo di cannabis. Tesi sempre sostenuta dalla difesa del giovane che punterebbe al rito abbreviato. “E allora siamo tutti qui a dire, io vado in giro ad ammazzare qualcuno e poi dico io sono pazzo, è troppo comodo”, dice il padre di Veronica Balsamo.

“Non c’è nulla di nuovo se non il riconoscimento che Casula è un soggetto imputabile, capace di partecipare al processo e che quindi non mostra problematiche di intendere di volere in questo momento – chiarisce l’avvocato Antonio Sala Della Cuna, legale della famiglia di Gianmario Lucchini, e che ha partecipato l’altro giorno, all’udienza in Tribunale a Sondrio -. La nostra posizione determinata è perseguire la punizione di un criminale che ha agito lucidamente con volontà di uccidere. La prova provata sono i riscontri oggettivi, le tracce biologiche su Veronica e in casa di Lucchini, che inchiodano da tempo l’indagato”. Un’enfasi mal riposta quella che secondo l’avvocato Sala Della Cuna si è fatto sull’esito delle perizie psicologiche: “Si tratta di una prima valutazione – sottolinea il legale con studio a Grosotto – ancora tutto è da elaborare e ci sarà il processo per farlo".

 La Procura è intenzionata a chiedere il rito immediato. I termini scadono ai primi di aprile. Ma una nuova richiesta di proroga da parte del medico legale rischia di allungare i tempi. L’udienza per la discussone della seconda perizia autoptica, infatti, è fissata per il 10 marzo, ma se il Gip Camnasio concederà la proroga la Procura non farà in tempo a chiedere l’immediato