Il Comitato per il Poschiavino chiede un intervento strutturale per evitare che, alle prime piogge intense tipiche dell’autunno, la situazione possa precipitare e il quartiere vicino al torrente, proveniente dalla Svizzera ma che va nell’Adda, possa tracimare e far danni. E di danni il Poschiavino ne ha fatti in passato, nel 1987 tutto il quartiere della periferia di Tirano fu letteralmente sommerso e i danni furono ingenti. E la paura di ritrovarsi in una situazione simile innalza la guardia degli abitanti che, riunitisi in un comitato, chiedono a gran voce l’intervento delle istituzioni per rendere la zona più sicura, soprattutto in caso di piogge intense.
"La rastrelliera posta prima del ponte sul Poschiavino a Tirano – dicono dal sodalizio – è letteralmente abbandonata e senza manutenzione, ostruita da piante, erbacce, materiale e crea un preoccupante invaso prima della strozzatura del ponte. Parapetti inadeguati e ponte "con pila" in alveo pongono a rischio l’abitato. E il transito sul collegamento è a rischio per i pedoni. La preoccupazione di possibili esondazioni è ritornata prepotente in questi giorni, dopo le alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna". Che fare quindi per normalizzare la situazione e rendere più sicura la zona? "Abbiamo sollecitato la nuova amministrazione comunale di Tirano e quella di Villa di Tirano, oltre alla neo presidente della Cm (il vicesindaco di Tirano Giordana Caelli, ndr), nel presentare entro ottobre un piano di interventi per la messa in sicurezza del torrente Poschiavino e del ponte. Il tempo è abbondantemente scaduto. Non vogliamo un altro 1987. Tutte le autorità competenti sono a conoscenza dei pericoli e quindi sono persone informate. Dovranno quanto prima attivarsi, se non vogliamo una nuova catastrofe annunciata". Un invito quantomai civile ma fermo, per mettere in sicurezza una zona che non lo è. Fulvio D’Eri