Non solo morti ma anche boom di giornate di lavoro perse per Covid

Bergamo, i contagi contratti nelle aziende sono stati numerosi: emerge dal report stilato da Inail. Denunciati 4mila infortuni

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Oltre al tributo di vite che Bergamo ha pagato più di ogni altra area del Paese, la pandemia ha provocato anche un costo sociale ed economico.

Ne esce una cifra decisamente alta: nella Bergamasca, i contagi da Covid contratti sui luoghi di lavoro si sono tradotti in oltre 100mila giornate lavorative perse. E’ quanto emerge dall’incrocio di alcuni dati che Inail diffonde mese dopo mese. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, infatti, in Bergamasca sono stati denunciati quasi 4mila infortuni sul lavoro da Covid, cioè infezioni la cui origine è ritenuta riconducibile all’ambiente lavorativo. L’ultimo report dell’Inail, aggiornato al 30 aprile 2022, censiva 3.813 denunce presentate in provincia di Bergamo. Se si stimano poi quelle pervenute tra maggio (il report è in elaborazione e uscirà a breve) e giugno, e in particolare con il recente rialzo dei contagi di queste settimane, è facile immaginare che il volume totale delle denunce raggiunga quota 4mila.

Denunce che vanno moltiplicate per un numero: mediamente, come segnalato nell’ultimo report dell’Inail, i lavoratori che hanno aperto una pratica per infortunio da Covid sono rimasti assenti dal lavoro per 27 giorni. La stima che riguarda la Bergamasca, così, è presto tracciata: a causa del Coronavirus si sono perse complessivamente 108mila giornate di lavoro. Attenzione, però.

Il calcolo si basa solo su quei lavoratori che hanno denunciato un infortunio da Covid e non comprende i lavoratori rimasti comunque a casa perchè positivi ma senza aprire una pratica di infortunio, in quanto il contagio non era maturato in azienda. Quest’ultimo resta un altro fronte importantissimo dal punto di vista numerico. Per esempio, se si guarda ai dati lombardi dell’Inps (non sono disponibili quelli provinciali), emerge come solo nel quarto trimestre del 2021 in tutta la Lombardia si siano contate 8,3 milioni di giornate di malattia (cioè di assenze dal lavoro), mentre nello stesso periodo del 2019, in epoca pre-Covid, le giornate di malattia erano state quasi 5,4 milioni. Tra l’altro l’Inail ha fornito una risposta generalmente importante e tempestiva sul tema delle denunce per infortunio da Covid.

Allo scorso 30 aprile 2022, spiegava l’istituto, il 76% di tutte le denunce pervenute dall’inizio della pandemia è stato riconosciuto positivamente, generando nella stragrande maggioranza dei casi (95%) un indennizzo.

Michele Andreucci