Era in Messico, Stato che aveva scelto per fuggire alla giustizia italiana che lo aveva condannato a 5 anni e 8 mesi per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Lì, nella sua abitazione, è stato trovato senza vita diversi giorni fa Nicolò Marsetti, 26enne sondriese, ritenuto a capo del sodalizio criminale smantellato nel maggio del 2020 dalla Squadra Mobile con l’operazione “Grisù 2019”. Un’inchiesta che portò a condanne pesanti, divenute ormai definitive con la conferma in Cassazione. E sia lui, condannato a 5 anni e 8 mesi, che un altro membro dell’organizzazione, Fabio Palladino, all’epoca dei fatti uno dei soci titolari di una palestra in città, condannato a 4 anni e mezzo, sarebbero dovuti entrare in carcere a marzo di quest’anno, ma sono fuggiti dall’Italia. Palladino è ancora ricercato, forse anche lui ha scelto il Messico per la sua latitanza. La salma di Marsetti è attesa in questi giorni. La sua morte a cosa è attribuibile? A un gesto volontario? Una decisione, forse, disperata di un giovane che avrebbe potuto riscattarsi, vista l’età, e lascia ora nella sofferenza i suoi cari. M.P.
CronacaMorto in Messico Era latitante da marzo
Morto in Messico Era latitante da marzo
Sondrio, giovane ritenuto capo di gang dello spaccio
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