Trovato morto nei boschi della Valmalenco: dalla Procura nuova richiesta di archiviazione

Il caso del 30enne Mattia Mingarelli, il cui corpo fu ritrovato alla vigilia del Natale 2018. Per gli inquirenti si trattò di un incidente

Mattia Mingarelli

Mattia Mingarelli

Chiesa in Valmalenco (Sondrio) - La Procura di Sondrio insiste tornando a chiedere per la seconda volta - a distanza di sei mesi - l'archiviazione al fascicolo aperto per omicidio contro ignoti, in relazione al ritrovamento del cadavere del 30enne rappresentante di commercio Mattia Mingarelli di Albavilla, nel Comasco.

Il corpo fu ritrovato alla vigilia del Natale 2018 nei boschi della Valmalenco. I magistrati, sulla base delle indagini dei carabinieri del Nucleo operativo di Sondrio e degli esiti delle consulenze, ritengono si sia trattato di un incidente. Non sono dello stesso avviso, invece, i familiari. Oggi pomeriggio, giovedì 27 gennaio, in una conferenza stampa, gli avvocati Stefania Amato di Brescia e Paolo Camporini di Como, che assistono la famiglia del giovane morto, hanno annunciato che all'udienza che si terrà a breve nel Tribunale del capoluogo valtellinese si opporranno alla nuova richiesta di archiviazione. I legali ritengono che gli inquirenti non abbiano, in realtà, svolto ulteriori approfonditi accertamenti, come aveva invece chiesto il gip Pietro Della Pona quando 6 mesi fa respinse la prima richiesta di archiviazione.

E, inoltre, avanzano altri seri dubbi sul luogo in cui fu trovato il cadavere nel bosco, in quanto quella zona era stata battuta a lungo dai soccorritori senza alcun risultato. Poi, a oltre due settimane dalla scomparsa, il ritrovamento in quel punto di Mingarelli senza vita. A non molta distanza dal rifugio alpino dove aveva trascorso buona parte della serata, prima di sparire nel nulla.