
L’arrivo sulla piattaforma del Fly Emotion, il punto in cui è caduta la donna
Sondrio, 21 febbraio 2025 – “Irregolarità sistematiche e gravi violazioni, sia tecniche che gestionali”, “carenze di sicurezza sulle attrezzature e documentali” e ancora “formazione del personale gravemente carente” e “negligenza tecnica e organizzativa” nelle fasi che hanno preceduto il tragico lancio che il 5 maggio dello scorso anno costò la vita a Ghizlane Moutahir, la donna di origini marocchine di 41 anni precipitata nel vuoto a pochi metri dalle nipoti che la stavano aspettando all’arrivo dell’esperienza Fly Emotion, la zip line tra i comuni orobici di Albaredo per San Marco e Bema, sopra la valle del Bitto.
La relazione tecnica
I rilievi contenuti nella relazione tecnica degli ingegneri Paolo Pennacchi e Marco Leati, nominati dal procuratore di Sondrio, Piero Basilone, e dal sostituto Daniele Carli Ballola, per far luce sulla tragedia sono pesantissimi. Le immagini dei filmati sottolineano anche come la donna non fosse stata imbragata a dovere, in particolare nella parte destinata alle gambe che le avrebbe dovuto garantire la posizione orizzontale, propria del volo. I cosciali, si scrive nel documento depositato nei giorni scorsi, non erano invece ben posizionati, addirittura “non visibili”.
L’indagine e le responsabilità
Per la tragedia in bassa Valtellina cinque sono gli indagati: l’amministratore delegato della società Fly Emotion, Matteo Sanguineti, il direttore dello stabilimento e tre dipendenti, due addetti all’imbracatura e la persona che dopo l’ultimo controllo diede il via libera al volo di Ghizlane Moutahir. Tutto in una giornata che doveva essere di festa, trasformatesi in luttuosa.