Sondrio – Un’annata complessivamente di buona qualità ma le problematiche intorno al mondo delle mele sono tante. Con la raccolta ormai al rush finale o quasi, restano solo da cogliere i frutti di qualità cosiddette “tardive”, quindi già si può stilare un primo bilancio sull’andamento della produzione in provincia di Sondrio, un’attività tra le più importanti in Valtellina che occupa anche parecchi lavoratori stagionali. A fare il punto è il presidente provinciale provinciale della Coldiretti, Sandro Bambini. Il sole splendente di questa estate è stata una manna per i coltivatori e l’assenza quasi totale di forti grandinate ha permesso di evitare grandi perdite del raccolto.
“L’annata, globalmente, è buona anche dal punto di vista qualitativo – dice Bambini – anche se è sempre difficile stilare bilanci perché ogni agricoltore poi ha delle specifiche problematiche. Innanzitutto diciamo che è stata un’annata di buona qualità, ormai siamo già a buon punto per quel che riguarda la raccolta delle mele, mancano solo le Fuji e le Pink Lady che maturano un po’ dopo e che verranno raccolte nelle prossime settimane”.
Il meteo quest’anno è stato clemente, almeno all’apparenza. “Certamente, di grosse grandinate non ce ne sono state e questo è un fattore indubbiamente positivo e l’estate è stata ottima dal punto di vista del meteo. La primavera così piovosa, invece, ha arrecato qualche problemino… Nel comprensorio di Ponte in Valtellina e Chiuro la comparsa della cimice asiatica ha provocato danni così come le basse temperature registrate in primavera hanno portato a danni ai meleti della zona di Lovero. E alcune aziende hanno avuto danni davvero importanti. Detto questo la qualità, come già ribadito, è stata molto buona…”.
In Valtellina il comparto delle mele è uno di quelli più importanti le fare il punto emergono anche delle difficoltà che in futuro potrebbero pesare. “È sì un comparto molto importante ma è in sofferenza, sia per problematiche relative al mercato sia per dinamiche locali. Le superfici riservate alla coltivazione delle mele sono in diminuzione, questo è un dato di fatto. Pochi giovani si avvicinano a questa coltura perché è poco redditizia. Ve ne sono altre, in campo agricolo, che rendono di più e quindi si registra una disaffezione… Dispiace, perché questa è una delle zone d’Italia tra le migliori per la coltivazione delle mele. In poche parole il potenziale è alto ma è inespresso, diciamo così, per diversi fattori”.