
Ai diciotto dipendenti a tempo indeterminato sono stati pagati gli arretrati
Più che rabbia e risentimento, tanta rassegnazione e amarezza per la fine di un’avventura che per decenni è stata sfidante e vincente per l’intera valle. I sentimenti predominanti alle assemblee di Melavì mercoledì sera erano questi. Nessuno si illude e conta in un colpo di scena. Del resto la cooperativa, nelle scorse settimane, ha parlato espressamente di "cessazione dell’attività". Purtroppo anche di fronte a tale richiamo, in questi mesi chi sarebbe potuto intervenire per Melavì non è andato oltre generiche e innocue dichiarazioni di solidarietà. A parole, per altro, quando sarebbe servita un’azione concreta per un salvataggio che sarebbe andato a favore non solo dei lavoratori e dei soci, ma anche di un comparto importante dell’economia locale e dell’immagine di un vero e proprio prodotto-simbolo della Valle, la mela, che per antonomasia era appunto Melavì. E invece, risolta la questione degli stipendi arretrati per i 18 dipendenti a tempo indeterminato, ai quali sono stati pagati anche gli stipendi di aprile, mercoledì sera è stata la volta delle assemblee dei soci, prima i non conferenti, poi i conferenti. L’iter si è completato ieri con l’approvazione del bilancio.
E ora? Mancano solo i titoli di coda. Ieri in Tribunale è stato depositato un prepiano di concordato, tra 15 giorni il lavoro sarà completato e si saprà quale sarà la procedura che il Tribunale di Sondrio stabilirà: la liquidazione coatta amministrativa (in caso di rigetto del ricorso) o il concordato semplificato, che vedrebbe all’opera non il ministero dell’Economia a Roma, ma professionisti locali sotto la vigilanza del Tribunale di Sondrio.
Accanto alla parte economica, c’è quella del prodotto, le mele, la cui stagione agraria è quasi a metà. Di certo Melavì non è, né sarà, più in grado di garantire la gestione e valorizzazione della produzione di quest’anno. Tra i soci qualcuno sta provvedendo ad organizzarsi, altri stanno cercando di capire come muoversi, per tutti l’obiettivo è superare un periodo molto difficile ed evitare che il dissesto di Melavì possa tradursi nel dissesto delle rispettive aziende.