REDAZIONE SONDRIO

Muore una donna: tre medici indagati

Salma riesumata. Ipotesi di omicidio colposo per i medici di Michele Pusterla

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

di Michele Pusterla

Sondrio, 1 ottobre 2014 - La sondriese Delia Capararo è morta nel dicembre 2012, dopo un ricovero nell’ospedale civile del capoluogo valtellinese, e il 20 maggio del 2013 il marito Vito e i familiari della pensionata presentarono un dettagliato esposto in Procura a Sondrio chiedendo che venissero condotti accurati accertamenti sull’operato dei camici bianchi, su coloro cioè che si erano presi cura della paziente poi deceduta. Insomma, secondo i familiari l’anziana non sarebbe stata assistita nel modo adeguato, o quantomeno l’operato di alcuni medici meritava di essere approfondito da un’indagine.

A suo tempo sarebbe stata disposta un’autopsia, ma non avrebbe chiarito i dubbi e nella mattinata di ieri - in occasione dell’udienza per il conferimento in incidente probatorio del nuovo incarico peritale per il decesso di Veronica Balsamo, la 23enne di Tiolo di Grosio - il gip Carlo Camnasio ha conferito un secondo incarico peritale allo stesso anatomopatologo Alessio Battistini di Milano. Anche in questa circostanza si tratta di un’autopsia da effettuare nell’ambito di un incidente probatorio.

Al piano terra del Palazzo di giustizia di Sondrio, nella mattinata di ieri, erano presenti gli avvocati Maria Rosina e Francesco Traversi del Foro di Sondrio con il collega sondriese Raffaele Pini e l’avvocato Nadia Germanà del Foro di Milano che assistono gli indagati e l’asserita parte lesa. Per l’ipotesi di omicidio colposo - avanzata dal titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Luisa Russo, sfrecciata (come fosse in bici) rapidamente nel corridoio dell’aula dove era in programma l’assegnazione del compito peritale - sono iscritti nel registro degli indagati tre medici, fra cui un chirurgo e un anestesista.

La salma della donna, sepolta al cimitero di Sondrio, verrà riesumata nei prossimi giorni per essere sottoposta all’esame autoptico affidato al dottor Battistini dell’Istituto di Medicina legale dell’Università degli Studi di Milano. La notizia dell’indagine del pm Russo è rimasta blindatissima sino a ieri e, in ogni caso, ripetiamo che un’indagine con contestuale informazione di garanzia non significa assolutamente che i medici siano da ritenersi responsabili del decesso dell’anziana Delia Capararo. Sbagliato ora trarre conclusioni affrettate.