
La recente manifestazione animalista a Samolaco dopo l’uccisione di un lupo
Madesimo (Sondrio) - La sentenza di condanna emessa il mese scorso dall’Ufficio Federale Ambiente è stata eseguita in questi giorni, così a rimetterci letteralmente la pelle è stato un giovane lupo maschio appartenente al branco di Moesola, attivo al di là e al di qua del confine, ucciso con un colpo di fucile da un guardiacaccia. Il predatore è stato colto praticamente sul fatto, mentre stava sbranando una pecora in un pascolo in quota nel Comune di Rheinwald, a nord del Passo del San Bernardino. Il guardacaccia è intervenuto e dopo aver identificato l’esemplare, che da tempo era stato segnalato come pericoloso, ha proceduto con il suo abbattimento. Il predatore insieme a un altro esemplare appartenente al medesimo branco nei mesi scorsi ha abbattuto almeno una decina di pecore nel corso di raid messi a segno nei pascoli a cavallo del confine. Secondo gli etologi dell’Ufficio Federale Ambiente la loro uccisione potrà "innescare un cambiamento nel comportamento del branco", a patto che l’uccisione avvenga "in prossimità delle recinzioni degli animali da reddito". Proprio quello che è avvenuto l’altro giorno sul San Bernardino, in modo plateale per spaventare gli altri animali e dissuaderli dal tentare nuovi attacchi. Ora che il primo dei due esemplari pericolosi è stato ucciso l’attenzione dei guardacaccia in Canton Grigioni si concentra sull’altro giovane lupo, che in base alle disposizioni potrà essere abbattuto entro il prossimo 31 marzo.
Solo nel Cantone al confine con la Valchiavenna dall’inizio dell’anno sono stati abbattuti 4 lupi, ritenuti responsabili di attacchi verso gli allevamenti in quota nonostante le recinzioni elettriche e le contromisure adottate per difendere capre e pecore. Una popolazione quella dei lupi in aumento anche sul versante italiano del confine. Secondo l’Ispra in tutta Italia se ne contano dai 2945 ai 3608 individui, negli ultimi tre anni il loro numero è praticamente raddoppiato sulle Alpi, con oltre 900 esemplari stimati anche se qualcuno sostiene che siano addirittura 1100. Anche per questo Regione Lombardia ha deciso di finanziare il loro monitoraggio stanziando dei fondi per determinare la loro presenza e la pericolosità dei singoli branchi. In base agli ultimi dati disponibili nella nostra regione si segnala la presenza stabile di due branchi, mediamente composti da 5 esemplari: uno in Alto Lario al confine con la Svizzera e uno in alta val Camonica, al confine con la Provincia di Trento. Oltre a una probabile coppia in Valtellina (Aprica). Sull’Appennino lombardo, nell’Oltrepò Pavese, l’ultimo dato disponibile (2018) stima la presenza di almeno 4-6 branchi di lupi. Dal 2014 al 2021 è stato possibile riscontrare un aumento della presenza della specie attraverso il ritrovamento di segni di predazione su animali domestici e selvatici.